La sfida attesa domani allo stadio ‘Civitelle’ tra l’Olympia Agnonese e l’Aurora Ururi riporta il ricordo degli sportivi di entrambe le squadre al 4 maggio di 35 anni fa. Si trattò di un match a dir poco epico che mise di fronte le migliori squadre del campionato di Prima categoria (ancora non esisteva l’autonomia molisana) che all’ultima giornata, ironia della sorte, si ritrovarono appaiate a pari punti dopo 29 giornate. Chi vinceva sarebbe salito in Promozione. Un confronto all’O.K. Corral che non consentiva alcuna distrazione.
L’Aurora Ururi del tecnico Frate arrivò in Alto Molise la sera prima pernottando all’Hotel Quadrifoglio di Rosello a pochi chilometri di distanza da Agnone. Nella notte un manipolo di tifosi agnonesi si recò sotto la struttura e con canti, botti e sfottò cercò di far perdere il sonno alla rosa bassomolisana.
Il giorno seguente l’impianto di viale Castelnuovo, che a quei tempi aveva due settori, la tribuna centrale e il mitico prato, fu meta di oltre 2500 spettatori (suore del convento di San Bernardino comprese) con 500 provenienti dal comune di origini albanesi. All’entrata del loro settore, i tifosi dell’Aurora trovarono una enorme scritta: “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate” a conferma del clima e dall’altissima posta in palio.
Le cronache dell’epoca inoltre raccontano di un servizio d’ordine con 50 tra agenti e carabinieri coordinati dal dott. Di Costa e diretti dal vice questore Cioffi che si avvalse del maggiore Londei e del giovane tenente della compagnia altomolisana Luigi Cortellessa.
Fu proprio Cortellessa, oggi colonnello e comandante dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, che qualche anno più tardi arrestò in Campania i boss della camorra, Lorenzo Nuvoletta e Gennaro Licciardi, ad assumersi la responsabilità di far disputare quella partita. Sugli spalti tra gli altri Lelio Pallante, presidente del consiglio regionale, Lancellotta, presidente del Coni e il senatore Remo Sammartino, sindaco di Agnone.
La coreografia dei supporters locali fu da brividi. All’entrata delle squadre sul rettangolo in terra battuta, fumogeni e un enorme bandierone con un mega Grifone, simbolo della cittadina, colorarono un evento rimasto nella storia del club granata. Tra l’undici titolare dell’Ururi anche il compianto Vincenzo Cosco. A riprendere il match pure le telecamere della Tgr Molise che negli anni ’80, complice il Campobasso in serie B, non dava troppo spazio al calcio minore. L’arbitro della contesa fu un certo Calabrese di Tagliacozzo (Aq).
L’Olympia del presidentissimo, Alfredo Sammartino, guidata dal tandem Bucci e Cerimele passò in vantaggio al 19’ del primo tempo con un colpo di testa di Dino Giamattei su punizione di capitan Antonio Melloni. Il raddoppio al 34’ portò la firma di Marcello Antenucci che chiuse definitivamente i giochi. Quattro le espulsioni, due per parte: Vitale e Ferrara dell’Ururi, il tecnico Nicola Bucci e Mauro Marinelli per l’Agnonese. Al triplice fischio finale fu festa grande: l’Olympia per la prima volta approdava nel campionato di Promozione campana. Un anno più tardi l’Ururi seguì le stesse orme…
Le formazioni videro l’Olympia schierare: Di Pasquo, Liberatore, Fazioli, Cimino, Russo, Melloni, Giamattei, Antenucci, Marinelli, Patriarca, Fratangelo. L’Ururi rispose con Campofredano I, Campofredano II, Iannacci, Cosco, D’Ugo, Licursi, Savino, Silva, Rivellino, Ferrara, Fogli.
Marcello ANTINUCCI e non Antenucci,sempre sbagliato