Acqua non potabile a San Pietro Avellana. Sembra un paradosso, ma dopo Pescopennataro si aggiunge anche un altro comune montano dell’Alto Molise nella lista degli enti che hanno problemi di potabilità. Nei giorni scorsi, infatti, la sindaca Simona De Caprio, è stata costretta a firmare un’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua che sgorga dai rubinetti per usi potabili. L’ordinanza, la numero uno dell’anno appena iniziato, si è resa necessaria in seguito alla nota dell’Asrem, Dipartimento di prevenzione, con la quale sono stati comunicati gli esiti di un prelievo di acqua presso la fontana pubblica sulla strada Montesangrina e quella in corso Regina Margherita.
Dalle analisi di laboratorio è emersa una «non conformità» dell’acqua rispetto ai limiti imposti dalle normative vigenti. In sostanza l’acqua della rete idrica comunale non è adatta al consumo umano, almeno quella di un acquedotto, perché infatti il paese è rifornito da tre vasche di decantazione e accumulo diverse. In una di esse è attivo un potabilizzatore a lampada e quella non crea problemi. Negli altri due impianti si esegue la clorazione dell’acqua manualmente, stando almeno alle notizie apprese da fonti vicine al Comune. Evidentemente qualcosa è andato storto in fase di potabilizzazione e il risultato è che in mezzo paese l’acqua supera i valori consentiti dalla legge ed è dunque non adatta al consumo umano. Il divieto di utilizzo sancito dalla sindaca è «assoluto» e resterà valido «fino a quando nuovi accertamenti non ne confermino la potabilità». «Eventuali danni a persone o cose, derivanti dal mancato rispetto del provvedimento, – aggiunge la sindaca nell’ordinanza – saranno a carico degli inadempienti».