Proposta referendaria di annessione della Provincia di Isernia alla Regione Abruzzo. L’assessore regionale Michele Petraroia dice «sì».
In una nota dell’assessore Petraroia si legge:
«Nel confronto nazionale e regionale aperto sul tema del riordino costituzionale e del riassetto amministrativo dello Stato sui territori, non manca l’apporto culturale del Molise che vede distinguersi in questa fase il Comune di Isernia e altri Organi di rappresentanza istituzionale della stessa provincia di Isernia.
Esprimo apprezzamento per una motivata attenzione a temi che rischiano di stravolgere l’organizzazione della Repubblica a causa di un orientamento di stampo ragionieristico teso ad affermare la legge dei grandi numeri a danno delle piccole comunità locali, delle aree interne e dei centri di minori dimensioni.
Questa impostazione porta a sopprimere la rappresentanza politica elettiva con il superamento del Bicameralismo e quindi del Senato, con la cancellazione delle Province e con l’aggregazione delle Regioni in Macro-Aree.
Il mutamento del Titolo V della Costituzione mira a svuotare di poteri, funzioni e risorse gli Enti Locali e le Regioni in favore dello Stato, tornando ad un’idea centralistica, giustificata sommariamente dalla crisi economica e dalle politiche di contenimento della spesa pubblica e dei tagli lineari.
Al cospetto di un simile progetto, è sbagliato alzare barricate in una lotta fratricida tra le Province di Isernia e Campobasso che non aiuta ad innalzare il livello del confronto ma riduce il tutto a polemiche di cortile degne dei capponi di Renzo che si beccavano tra loro mentre erano destinati a morire entrambi.
Per queste ragioni sono pronto a rispettare le scelte avanzate da Fantozzi nel Consiglio Comunale di Isernia sul Referendum d’annessione all’Abruzzo, perché è giusto che ogni territorio decida dove collocarsi e con chi stare, spezzando catene e liberandosi da piovre vere o presunte.
Ciò che non mi convince è la modestia culturale delle motivazioni addotte per passare con la Regione Abruzzo riferite a criteri di riparto economiche ingiuste e/o a scarsa attenzione vera o presunta da parte della Presidenza della Giunta.
Sul punto, riporto i dati ISTAT sulla popolazione molisana pari a 225.688 in Provincia di Campobasso e n.87.038 in Provincia di Isernia con un rapporto percentuale di 72,2% a 27,8%. Ebbene come conferma anche l’ultima Delibera di Giunta Regionale n.111 del 25.03.2014 il riparto intervenuto è pari a 700 mila euro per Campobasso e 340 mila euro per Isernia in un rapporto di 2/3 a 1/3, più favorevole al territorio di Isernia rispetto al dato statistico puro e semplice.
A ciò si aggiunga che dal 1970 al 2013, in 43 anni di autonomia della Regione Molise, la Provincia di Isernia ha espresso il Presidente della Giunta per n.27 anni (Giustino D’Uva, Paolo Nuvoli, Enrico Santoro, Marcello Veneziale, e Michele Iorio) a fronte di 16 anni della Provincia di Campobasso nonostante il maggior numero di abitanti di quest’ultima.
Eppure in nessun momento è stata avanzata una proposta referendaria dalla parte della città di Campobasso che pur contando coi comuni contermini lo stesso numero di residenti della provincia di Isernia, in 43 anni ha espresso il Presidente della Giunta solo per 7 anni.
Invito per queste motivazioni gli amministratori comunali e provinciali di Isernia a partecipare al dibattito nazionale sulle riforme istituzionali con argomenti più credibili, fermo restando il dovere della Regione Molise a rispondere con i fatti ad ogni sollecitazione del territorio e ad ogni problema o vertenza nella stessa modalità e con le medesime politiche riservate al resto del Molise.
A tal proposito ricordo a Fantozzi che la Giunta Regionale ha proposto al Governo di far riconoscere l’Area di Crisi nel Distretto Bojano-Isernia-Venafro con vantaggi localizzativi, incentivi allo sviluppo, finanziamenti e agevolazioni che si orienteranno su un territorio che per il 90% coincide con la Provincia di Isernia e lascia fuori il 90% della Provincia di Campobasso.
Se non vogliamo fare la fine dei capponi di Renzo (o di Renzi se si vuole) è preferibile affrontare questi temi elevando i contenuti delle proposte».