Si è tenuto ieri a Roma un incontro con la commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni e il sottosegretario al ministero della Transizione ecologica, Vannia Gava. Nel corso dell’appuntamento, era prevista inizialmente la presenza del ministro Roberto Cingolani (impossibilitato ad intervenire per la concomitanza del Consiglio dei ministri), si è parlato della grave emergenza cinghiali.
«Purtroppo – ha spiegato Nicola Cavaliere – non sono state fornite novità sostanziali, come si sperava e come aveva annunciato in un precedente incontro il ministro Cingolani, in merito a criticità divenute ormai insostenibili sui territori. Con la crisi delle materie prime provocata dal conflitto in Ucraina, inoltre, il governo sta pensando di utilizzare per la semina i terreni messi obbligatoriamente a riposo fino ad oggi (set-aside). Alla luce della situazione attuale, la domanda sorge a questo punto davvero spontanea: seminiamo altro cibo per gli ungulati che assaltano le nostre campagne?».
«Bisogna tenere conto – ha sottolineato l’assessore alla Caccia del Molise – dell’impossibilità di affrontare il fenomeno attraverso metodi ecologici, considerata la scarsità di risorse finanziarie e umane, e dell’impossibilità di attivare procedure di sterilizzazione della specie. Ispra e servizi veterinari a tal riguardo hanno espresso parere negativo: il farmaco può essere ingerito da specie simpatriche che non necessitano di riduzione numerica (cervidi, tasso, istrice e uccelli) e i cinghiali sottoposti a trattamento non possono poi essere più destinati all’alimentazione umana. Per questo, resta soltanto una strada da seguire. La scadenza elettorale è ormai alle porte e non è più fattibile nemmeno l’auspicata ipotesi di modifica della legge 157 del ’92. A tal punto, invitiamo il governo, nello specifico il ministro Cingolani, ad emanare quanto prima un decreto d’emergenza. Un decreto che possa essere anche temporale, al fine di verificarne gli effetti».
L’ assessore Cavaliere, avendo ricevuto mandato da tutti i colleghi, ha proposto alcuni punti programmatici fondamentali, da attuare appunto in via straordinaria e provvisoria:
– Attuazione dei piani di controllo anche con braccata
– Ampliamento del periodo di attività venatoria per gli ungulati
– Possibilità di intervento limitato nelle aree protette attraverso i piani di controllo anche con braccata
– Ristoro alle Regioni degli importi versati dai cacciatori per la concessione governativa, al fine di utilizzare le somme per incrementare il risarcimento danni agli agricoltori
– Prevedere forme di polizze assicurative agevolate che possano riconoscere il risarcimento del danno.
«Il sottosegretario – conclude Cavaliere – si è riservato di consultare il ministro e offrirci risposte in tempi brevi. Nel caso siano nuovamente insoddisfacenti, gli assessori regionali sono pronti, come già annunciato in precedenza, a mettere in atto forme, anche dure ed eclatanti, di protesta».