CASTIGLIONE MESSER MARINO – E’ tutto pronto per il carnevale itinerante organizzato dal Comitato “LA MASCHERA” che si terrrà a Castiglione Messer Marino il 15 febbraio.
«E’ un carnevale molto importante per la tradizione castiglionese. – spiega Federico Sciartilli, vicepresidente dell’associazione culturale PROSIT e membro del comitato organizzativo – Tutto il paese si organizza in feste e banchetti per aspettare la sfilata dei mascherati. Molte sono le maschere rappresentative di questa sfilata, ma non tutte importanti quanto la figura di PULCINELLA e il suo statuario copricapo, diventato ormai simbolo del carnevale castiglionese».
«A Castiglione Messer Marino, in provincia di Chieti, si organizza la maschera, ossia il corteo costituito da figuranti diversi che l’ultima domenica di carnevale percorre le strade del paese coinvolgendo tutta la popolazione nella dissacrante atmosfera carnevalesca. Il corteo è guidato dai pulgenèlle, il cui «capo» svolge l’importante ruolo di coordinatore dell’intera sfilata. I candidi pulcinella dagli smisurati copricapi dominano la scena, organizzandone l’itinerario e le soste, effettuate dai fuguranti sia per approfittare dei rinfreschi offerti dalla popolazione che per drammatizzare brevi azioni satiriche. I pulcinella, armati di scrujazze, ossia la frusta da mandriano, indossano rumorosi campanacci e sonagliere, sono coronati da vistosi cimieri ornati da alti pennacchi e lunghi nastri di carta colorata, le zagarèlle, ma non tingono più il volto con il nero-fumo come un tempo. La sfilata viene preceduta dalla loro corsa scampanellante, mentre le soste vengono annunciate percuotendo il suolo con la frusta, usata anche per allontanare il pubblico durante le varie esibizioni sceneggiate, e saltellando passi cadenzati di zumbarèlle seguendo il ritmo dei vari suonatori aggregati alla carnevalata. Sebbene pulgènelle debba essere impersonato da uomini in età adulta, nell’edizione 1990, l’anziano capo sfilata mostrava al suo fianco il nipotino, replica miniaturizzata del suo travestimento, allo scopo di trasmettergli il ruolo che la famiglia interpreta da generazioni». Testo di Adriana Gandolfi