«La situazione epidemiologica nella regione Lazio, dove la peste suina africana ha coinvolto i cinghiali, rappresenta un forte motivo di preoccupazione per l’Abruzzo. La possibilità che dal Lazio possano arrivare cinghiali infetti in Abruzzo appare sempre più probabile. L’infezione è in grado di infliggere ingenti danni economici diretti alle produzioni suinicole, a cui si devono sommare i danni indiretti legati alle limitazioni commerciali anche prodotti derivati».
Inizia così la lettera-appello che la Cia, la confederazione degli agricoltori d’Abruzzo, rivolge al vice presidente della Regione Abruzzo con delega alle Politiche agricole, Emanuele Imprudente. Il presidente regionale della Cia Abruzzo, Antonio Sichetti, sollecita l’attivazione di «tutti i sistemi di sorveglianza e prevenzione» al fine di scongiurare l’ingresso sul territorio abruzzese della peste suina africana. E Sichetti auspica il coinvolgimento «non solo dei servizi veterinari pubblici, ma anche dell’intera filiera delle produzioni suinicole, compreso il mondo venatorio e i comuni cittadini».
«Risulta importante intervenire immediatamente alla segnalazione del primo focolaio. – continua la nota della Cia – Le recinzioni rappresentano oggi l’unica barriera contro il possibile dilagare della malattia. Si tratta di una vera e propria sfida ch richiede un enorme sforzo collettivo, investimenti economici, interventi tempestivi e un coordinamento efficiente». Chiara la richiesta dell’associazione di categoria: «alla prima segnalazione, nelle ventiquattro ore successive, che l’intera zona venga recintata». «Fare questo, -continua il presidente della Cia -significa che le procedure amministrative devono essere individuate fin d’ora. Perché la burocrazia non consentirà sicuramente un’operatività immediata e per questo ci permettiamo di suggerire un accordo con l’Esercito per un’azione tempestiva».
La Cia, in sintesi, è fortemente preoccupata: con la crisi del grano dovuto al conflitto in Ucraina, l’aumento dei costi dei fertilizzanti e lo spettro della peste suina africana alle porte, ormai il mondo agricolo è in ginocchio. Restare inermi di fronte alla distruzione delle coltivazioni da parte dei cinghiali non è più ammissibile. Servono azioni concrete ed immediate, prima che sia troppo tardi. Ma in Italia, si sa, si preferisce agire in emergenza, a danno fatto, piuttosto che in fase di prevenzione.