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  • Tartufi, sanzioni per 48mila euro a cavatori e rivenditori tra Abruzzo e Molise

    Negli scorsi mesi i carabinieri Forestali di Villa Santa Maria, nell’ambito di una sistematica campagna di controllo, hanno verificato le modalità di raccolta e di commercio del Tartufo scorzone fresco (Tuber aestivum), sanzionando cavatori e rivenditori per numerose irregolarità di natura amministrativa.

    I militari hanno accertato il commercio del prezioso fungo ipogeo al difuori del periodo di raccolta o in violazione di limiti quantitativi imposti dalle leggi regionali di Abruzzo e Molise e, tramite appostamenti e sistemi di fototrappolamento, hanno individuato il responsabile della cerca con lavorazione andante del terreno.

    Ogni specie di tartufo presenta un proprio periodo di raccolta che, date le condizioni pedogenetiche e microclimatiche diverse, può comunque diversificarsi a livello di territorio. Rispettare il calendario consente di raccogliere il tartufo nel periodo di piena maturazione, evitando di asportare i cosiddetti “fioroni” esemplari ricchi di spore che servono per la riproduzione e la formazione di nuove tartufaie.

    La ricerca e la raccolta dei tartufi devono essere effettuate in modo da non arrecare danno alle tartufaie, avvalendosi di un cane appositamente addestrato e, per l’estrazione dal terreno, solo di attrezzi idonei. L’utilizzo del cane addestrato permette di localizzare il punto preciso dove è localizzato il tartufo, consentendo inoltre l’individuazione dei soli esemplari maturi. L’impiego del vanghetto o della zappetta (per la sola provincia di L’Aquila), quando non sia possibile estrarre il tubero direttamente con le mani, consente inoltre di limitare al minimo i danni alle radici delle tartufaie; si ricorda, inoltre, come le buche scavate per l’estrazione dei tartufi, debbano essere obbligatoriamente riempite con il terriccio precedentemente asportato.

    «Grazie ad un’attività di controllo intensa e metodica da parte dei Carabinieri Forestali, sono stati sanzionati 25 soggetti tra cavatori e rivenditori, per un importo complessivo di oltre 48 mila euro. -spiega la comandante Tiziana Altea -E’ decisamente un segnale forte ed inequivocabile per dimostrare come l’intero settore sia attenzionato e per ribadire come il rispetto delle regole sia fondamentale per garantire la tutela e la rinnovazione del patrimonio tartufigeno regionale».   

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