Ancora senza Tac e con il ‘giallo’ delle sale operatorie chiuse perché, a quanto pare, non a norma malgrado la ristrutturazione costata centinaia di migliaia di euro. Accade all’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ di Agnone dove, malgrado le roboanti promesse, il laboratorio di Radiologia resta sprovvisto di una apparecchiatura fondamentale per gli esami diagnostici che costringe l’utenza a recarsi in altre strutture già alle prese con liste d’attesa a dir poco bibliche. In un recente passato la Regione Molise aveva annunciato l’arrivo nel presidio ospedaliero altomolisano dell’importante tecnologia che tuttavia, ad oggi, tarda ad arrivare tra lo scontento generale della popolazione.
A nulla dunque gli appelli lanciati da più parti affinché la problematica venisse definitivamente risolta. Non va meglio per quanto concerne l’operatività delle sale operatorie attive fino a poche settimane fa. Nell’ultimo mese, infatti, i locali adibiti a interventi chirurgici di bassa entità sono stati chiusi complice l’assenza di un percorso “pulito-sporco” di fatto mai esistito. In questo caso la domanda sorge spontanea: come mai fino a un mese fa si poteva operare e d’un tratto si decide di non farlo più? Non è tutto visto che l’aggravante conduce dritto ai circa 300mila euro spesi dalla giunta Frattura per rendere le tre sale operatorie efficienti. Possibile che nessuno, nonostante la cifra spesa, abbia pensato di realizzare quanto adesso viene contestato? Una sorta di ‘giallo’ che merita risposte in particolare se si considera il riconoscimento di “ospedale di area disagiata” il quale prevede interventi in day-surgery.
La problematica è emersa all’indomani delle dichiarazioni dell’ortopedico in pensione Daniele Cerimele tornato in servizio gratuitamente presso l’ambulatorio con la notizia ribalzata sulle cronache nazionali. Lo stesso professionista aveva offerto la sua disponibilità ad eseguire piccoli interventi chirurgici, ma dall’Asrem è arrivato il diniego motivato dal fatto che le sale operatorie non sarebbero a norma. Sarà, confessano alcuni cittadini del territorio, che poi aggiungono: “La verità è che a Campobasso non c’è alcuna intenzione di rilanciare e far funzionare il presidio”. In maniera più realistica si può pensare alla cronica carenza di anestesisti con i pochi a disposizione impegnati sugli ospedali più grandi. Resta l’amaro in bocca per un ospedale che a fatica e con tanti sacrifici tenta di ri-guadagnare terreno dopo la soppressione di vari reparti, quali: Ginecologia-Pediatria, Chirurgia e Otorinolaringoiatria. Il tutto avviene a due mesi dal voto delle regionali quando l’alto Molise tornerà ad essere meta di candidati che, come al solito, torneranno a promettere mare e monti ma anche una Tac e la riapertura delle sale operatorie…Potete scommetterci!