Carissimi giovani della scalinata della Chiesa di Maria SS di Costantinopoli in Agnone, chi vi scrive questa lettera è don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana di Trivento. Ho scelto questa forma della “lettera aperta” perché non conosco i vostri volti e i vostri nomi per dirvi quanto segue e quanto mi stanno cuore le vostre giovani vite e i vostri sogni.
Il mercoledì di ogni settimana, gli operatori della Caritas ed io siamo ad Agnone per aprire il Centro di Ascolto, che è pochi metri di distanza dalla scalinata dove vi riunite la sera per stare insieme. Il Centro di Ascolto è il luogo dove accogliamo tutte le persone che vivono in difficoltà, che chiedono aiuto perché hanno perso il lavoro, sono stati colpiti da una malattia, hanno difficoltà a pagare le bollette delle utenze familiari, sono cadute nel tunnel oscuro della droga, del gioco d’azzardo, dell’usura.
Dietro quella porta trovano operatori pronti non solo ad ascoltare le loro fragilità, ad asciugare le loro lacrime, a dire parole di conforto, coraggio e speranza, ma anche a dare risposte concrete ai loro disagi, come, per esempio, offrire generi di prima necessità (alimenti, indumenti, farmaci…. ). Dispiace molto trovare il mercoledì mattina le scale di accesso al Centro Caritas piene di mozziconi di sigaretta, bottiglie di birra, lattine di altre bevande, cartoni unti di pizza e, proprio all’angolo della porta di accesso, residui di urina e altro ancora.
Vorrei chiedervi la gentilezza di lasciare pulito il luogo dove vi ritrovate per stare insieme, soprattutto per rispetto a chi, con grande fatica e a volte vincendo anche la vergogna, sale quelle scale per trovare conforto e speranza. Aggiungo di più. Vorrei, se anche voi lo desiderate, incontravi per raccontare il lavoro che gli operatori Caritas ogni giorno, con fatica ma anche con gioia, portano avanti, non solo quello dell’ accoglienza e sostegno ai più fragili e poveri, ma anche tutto il nostro impegno per la salvaguarda e la custodia dell’ambiente – tema che so molto caro a voi giovani – nella realizzazione di progetti di inserimento lavorativo, nei tentativi di far incontrare le vostre generazioni con quelle del passato, nei tanti altri progetti che realizziamo per lo sviluppo di questa nostra amata e amara terra e nei Paesi più poveri del mondo, dall’Africa all’America latina, dall’Ucraina alla Palestina, terre tristemente segnate dal sangue delle guerre, dalla disumanità degli odi e delle vendette.
Vorrei parlarvi del cammino della Scuola di Formazione all’Impegno e Sociale e Politico “Paolo Borsellino” per formare i giovani alla legalità, alla responsabilità e impegno, con l’accompagnamento dell’amico don
Luigi Ciotti, fondatore del “Gruppo Abele” e di “Libera, associazioni e nomi contro le mafie”. Chissà che da questo non possa nascere in voi il desiderio di donare un po’ del vostro prezioso tempo al volontariato, perché come disse Gesù circa duemila anni fa, in quella Terra oggi scenario di guerre e massacri, di sangue e lacrime: «C’è più gioia nel dare che nel ricevere».
E io aggiungo: provare per verificare la veridicità di queste parole. Grazie per vostra attenzione. In attesa di un vostro cenno di riscontro, nella modalità che sceglierete, sulla volontà di incontrarmi, e, comunque, di vedere rispettato il luogo dei vostri incontri serali, vi saluto con affetto.
don Alberto Conti