«Grave la situazione creatasi durante il Comitato di gestione dell’Atc Vastese allorquando, dopo la sola lettura del verbale della seduta precedente, un rappresentante della Fidc ha fatto richiesta di voto per lo scioglimento immediato della seduta, che il presidente Marco Scarpone ha accettato e votato insieme a altri nove membri, decretando così lo scioglimento della seduta».
A denunciare lo stallo nella gestione dell’Ambito territoriale di caccia del Vastese è Angelo Pessolano, neo rieletto presidente provinciale dell’Arci Caccia Chieti. All’ordine del giorno c’erano, tra le altre cose, la programmazione in merito alle aree cinofile permanenti, la ratifica di una gara su lepre della Pro Segugio, la relazione del consigliere Campitelli sulla recente riunione con la Regione Abruzzo in merito alla caccia di selezione e le attività di controllo della specie cinghiale, la nomina di un responsabile per la caccia di selezione e di un referente tecnico per la stesura del piano di assestamento collegato, la nomina di un tecnico per la gestione del capriolo, la proposta di regolamento per lo svolgimento del Coges e la ratifica di affidamento di incarico ad un tecnico per la gestione dei censimenti della specie beccaccia.
«La seduta è stata chiusa subito dopo la lettura dei verbali della seduta precedente, nonostante il voto contrario di otto componenti del Comitato di gestione, contro i nove favorevoli. – continua Pessolano – L’impressione è che questa risicata maggioranza che appoggia il presidente Scarpone abbia tutta l’intenzione di sabotare o comunque rinviare il più a lungo possibile le attività di caccia di selezione al cinghiale, mentre negli altri Atc del resto dell’Abruzzo si stanno già effettuando abbattimenti. Tra l’altro, visto che ormai anche il mese di febbraio è saltato, si comincerà non prima di marzo o addirittura aprile, quando cioè sui campi l’erba sarà già alta e sarà difficile poter abbattere i classe zero e uno perché coperti dalla vegetazione. Questo renderà difficile praticare abbattimenti e andrà a inficiare pesantemente il risultato finale del piano di assestamento che, tra l’altro, non è stato ancora approvato dal Coges».