Un libro toccante, il racconto del dolore per la perdita della madre e del lungo percorso del lutto. È stato presentato a Roma, presso la libreria caffè letterario “Mangiaparole” in via Manlio Capitolino 7 (zona Tuscolana), il volume “Ora restano i fiori” di Alessandra De Blasio, molisana da anni residenti a Roma, intervistata per l’occasione dal giornalista Giampiero Castellotti. Ad accompagnare la chiacchierata ci sono state le letture del libro, a cura di Annamaria Cacchione.
Davanti ad un pubblico particolarmente attento per gli argomenti trattati, il lungo colloquio ha attraverso tematiche complesse, dalla necessità di affrontare il dolore al rapporto con una natura la cui percezione è alterata dallo stato di sofferenza, passando anche per gli interrogativi spirituali fino ai tanti effetti collaterali del dolore per i quali, come ha scritto l’autrice, servirebbe “un bugiardino”.
Il lungo confronto, che ha coinvolto anche gli spettatori, ha toccato l’ambiente molisano particolarmente sensibile al ciclo naturale della vita, con un riferimento anche ai riti legati alla dipartita.
Il libro si apre con una citazione di Franco Battiato, che consiglia di affrontare il lutto come un Samurai: intorno a questa lettura si è animato un ampio a approfondito dibattito tra i presenti.
Il libro – è stato fatto notare – assume anche un ruolo di utilità per un passaggio di vita, caratterizzato dalla perdita di un affetto, che investe purtroppo tutti quanti.
Alessandra De Blasio, nata a Campobasso, si è trasferita a Roma a 18 anni per laurearsi in economia presso l’Università “La Sapienza”. È sposata con un molisano di Isernia ed ha un figlio di 16 anni.
«Ovunque io volga lo sguardo non riconosco più nulla. Sono in una città fantasma, in una regione sconosciuta, in una nazione straniera, in un mondo altro. Te ne sei andata, mamma, e io mi sono persa. Perdendoti mi sono perduta. Sono sola in questo solito mondo sconosciuto, in una vita nuova che se ne sta, pulsante e sanguinante, nella vita vecchia. Che ormai ripara come carta velina, come una pelle che si sfalda e che mi espone all’incendio di un sole d’estate che mi scotta, al freddo di un inverno che dovrà ancora arrivare, alla sete di quel deserto che dovrò attraversare, al dolore della pioggia che dovrò sopportare» – si legge nel prezioso volume.