La chiamano «bonifica ambientale», in realtà spargono sostanze velenose e nocive nell’ambiente e lungo le strade cittadine, esponendo a potenziali rischi anche la popolazione residente. L’alibi è quello della lotta alle zanzare, ma in realtà si tratta solo di un espediente per dare soldi alle ditte incaricate in cambio ovviamente del servizio di “avvelenamento” reso all’ambiente circostante.
Ogni anno, puntualmente, si ripropone la questione circa l’opportunità e l’efficacia, ma soprattutto della pericolosità di queste operazioni che praticamente ogni Comune continua a porre in essere senza un minimo di studio o autocritica. Il problema è duplice: sono inutili, nel senso che sono inefficaci rispetto alla presenza di zanzare, ma soprattutto sono nocive e letali per tutta una serie di insetti impollinatori, a partire dalle api da miele, quelle stesse che anche in Alto Molise vengono allevate da tanti apicoltori. Ad Agnone, ad esempio, il trattamento di disinfestazione adulticida è stato effettuato solo qualche notte fa, in barba alle promesse dell’amministrazione Saia, rese anche a mezzo stampa negli anni scorsi, di smetterla con queste pratiche antiscientifiche e pericolose per l’ambiente e la salute.
La letteratura in materia è ben solida e sorretta appunto da studi scientifici. La lotta adulticida è un mezzo necessario nelle situazioni in cui è in corso una epidemia di cui le zanzare sono vettori o quando vi è un rischio di sua insorgenza accertata dall’autorità sanitaria. In questo caso dovranno essere adottati specifici protocolli di intervento come quelli diffusi specificatamente per Chikungunya, Dengue, Zika e West Nile Disease. Ci sono epidemie in atto ad Agnone o nell’Alto Molise? Non ci risulta. Al di fuori delle situazioni di emergenza sanitaria in atto, la lotta agli adulti di zanzara è da considerare solo in via straordinaria, inserita all’interno di una logica di lotta integrata e mirata su aree e siti specifici, dove i livelli di infestazione hanno superato la ragionevole soglia di sopportazione.
La lotta integrata si basa prioritariamente sull’eliminazione dei focolai di sviluppo larvale, sulle azioni utili a prevenire la loro creazione, sull’applicazione di metodi larvicidi e l’intervento adulticida assume quindi la connotazione di intervento a corollario. Questo perché gli interventi adulticidi hanno un effetto immediato nel breve periodo sul controllo delle popolazioni di zanzara, mentre gli interventi antilarvali, l’eliminazione dei ristagni di acqua e la prevenzione della loro formazione, producono risultati duraturi nel medio e lungo periodo. Perciò la lotta adulticida non deve essere considerata un mezzo da adottarsi a calendario, ma sempre e solo a seguito di verifica del livello di infestazione presente. Saia lo ha fatto prima di autorizzare questa inutile e costosa operazione? Tutte tematiche assentite e sottoscritte dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, diretta emanazione del Ministero, non dal bar dello sport giù in piazzetta. Gli esperti dell’istituto ministeriale scrivo, ad esempio, che «la diffusione di grandi quantitativi di sostanze chimiche di sintesi e la conseguente contaminazione degli ecosistemi ha ridotto drasticamente le popolazioni dei predatori delle zanzare stesse (pipistrelli, uccelli insettivori, libellule, gechi) col paradossale risultato di una sempre maggiore presenza di zanzare e altri fastidiosi parassiti».
Ancora Ispra, nel documento facilmente consultabile anche dai sindaci, perché è on line: «L’uso di insetticidi nebulizzati nell’ambiente dovrebbe essere un’opzione a cui ricorrere in via straordinaria e solo nel caso di una comprovata elevata densità di adulti in siti sensibili quali scuole, ospedali, strutture residenziali protette, ecc. o in presenza di rischio epidemico». Tra l’altro, lo sottoscrive sempre Ispra, «solo una piccola parte di queste sostanze (circa lo 0,1 per cento) raggiunge il bersaglio, il resto produce effetti dannosi sia per l’ambiente che per le persone: contaminazione e decesso di uccelli, pipistrelli e insetti predatori; contaminazione di fiumi, laghi e mari; alterazione delle catene trofiche di terra, acqua e atmosfera; comparsa di residui tossici nei prodotti alimentari; conseguenze sulla salute dei consumatori; intossicazione degli esseri umani; aumento delle resistenze degli organismi bersaglio e parallela scomparsa dei loro predatori naturali». Nonostante le raccomandazioni dell’Ispra, i sindaci vanno avanti, spendendo denaro pubblico per avvelenare l’ambiente circostante. Una problematiche che questa testata giornalistica, in solitaria, affronta da anni e rispetto alla quale, ad esempio, non si sente, stranamente, la voce sdegnata delle solite sigle ambientaliste. A loro avviso, evidentemente, i fratini sulle spiagge sono più importanti delle api sulle montagne dell’entroterra.
Francesco Bottone