Appena qualche giorno fa i vertici politici e tecnici della Asl sono stati a Castiglione Messer Marino, ospiti dell’Avis, per prendere parte all’evento “Il dono del sangue e lo sviluppo della medicina trasfusionale delle aree interne: la montagna lo fa” e per tessere le lodi dei donatori dei piccoli centri montani. Nella provincia di Chieti, ad esempio, su un totale di circa diecimila donatori, settemila e cinquecento provengono dalle aree interne, così come poco meno di 13mila sono le donazioni effettuate nelle aree interne su un totale di circa 19 mila.
Tutti bravi e tutti belli, soprattutto i politici e i vertici aziendali della sanità abruzzese, pronti ad appuntarsi medaglie sul petto perché ci tengono alle aree interne. Poi vai fisicamente a donare il sangue, lì nelle zone interne, e ti accorgi che a quelle belle parole, come sempre in Italia e nel sud Italia in particolare, non seguono fatti concreti. Basti pensare che il punto fisso di raccolta sangue operativo all’interno del distretto sanitario di base di Castiglione Messer Marino è stato lasciato, da oltre un mese, con una sola bilancia nella sala donazioni. La bilancia è lo strumento senza il quale è impossibile procedere alle donazioni, per intuibili motivi di sicurezza. Delle due bilance in dotazione, che permettono di effettuare due donazioni in contemporanea, una è in riparazione, perché in avaria. Una riparazione che ovviamente non è stata ancora effettuata perché è agosto e in Italia in questo inutile mese sono tutti in ferie e non funziona assolutamente nulla.
Da un mese e mezzo abbondante, dunque, anche se a memoria agosto di giorni ne ha sempre trentuno, il punto fisso di raccolta sangue di Castiglione Messer Marino, quelle famose aree interne di cui si è straparlato nel corso del convegno, è lasciato a mezzo servizio. Una sola bilancia funzionante significa che il personale sanitario può far donare una sola persona alla volta. Non serve avere una cattedra di matematica avanzata all’università per capire che i tempi si raddoppiano. I donatori, convocati in numero adeguato a due prelievi ogni quarto d’ora circa, hanno impiegato invece il doppio del tempo proprio perché hanno dovuto attendere pazientemente il proprio turno.
Una donazione alla volta, perché la famosa bilancia è rotta e nessuno si è premurato di farla aggiustare da un mese e mezzo a questa parte. E tutto ciò, è piuttosto intuitivo, significa ridurre sensibilmente il sangue a disposizione, perché molti donatori magari rinunciano a causa della dilatazione non prevista dei tempi di attesa. Tra l’altro, ammesso e non concesso che questa storia del guasto tecnico sia vera, ma possibile che in tutta la Asl di Chieti-Lanciano-Vasto non ci sia un’altra fottuta bilancia per una sostituzione, anche momentanea? Li comprano “contati” questi importanti dispositivi senza i quali è impossibile donare sangue? Non ci sono scorte in magazzino? Dubbi legittimi da parte dei donatori della montagna, a differenza delle chiacchiere inconcludenti dei tecnici e super direttori megagalattici che partecipano a convegni e si riempiono la bocca di aree interne.
Francesco Bottone (donatore Avis)