«Le immagini di Bologna e delle valli appenniniche, dal modenese fino alla Sicilia, coinvolte in una nuova alluvione e in disastri costosissimi, dicono una cosa sola. Aver abbandonato le zone rurali e montane porta a questi disastri nelle Città. Bologna è un unico ecosistema con le sue valli. Così tutte le altre cento città capoluogo italiane. Policentrico Paese il nostro, ma con flussi che salgono e scendono dalle città nelle valli alpine e appenniniche. Dove siamo fermi sulla valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali e sul riconoscimento del presidio territoriale quale valore economico e sociale?».
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, commentando le scene di devastazione che arrivano dall’Emilia Romagna. «Lo scrive una legge del 2015, ma tutti se ne dimenticano. – riprende il presidente dell’Uncem – E i drammi si ripetono. Meno presidio territoriale, meno agricoltura, meno cura dei versanti, generano fragilità e montagna che crolla sulla città. Svegliamoci. La montagna che frana sulla città impone anche alle città di svegliarsi, attivarsi, guardare fuori dai loro 15 minuti, intervenire per rigenerare i territori retrostanti. Non bastano invasi o casse di espansione in basso. Sullo spopolamento e sull’abbandono dei territori si fa troppo poco. Compreso non parlarne. E si fanno solo riferimenti, come in queste ore, al consumo di suolo – vero e gravissimo in città e in zone di piano, serve una legge nazionale – ma che si accompagna all’abbandono del suolo in oltre il 66% del Paese, quello montano secondo Eurostat. Non vogliamo vederlo. C’è chi non vuole accorgersene».
«Uncem dice da tempo che serve una struttura nazionale contro il dissesto, ripristinando ItaliaSicura alla Presidenza del Consiglio, che gestisca 10 miliardi di euro di investimento annui per la prevenzione. Ma non solo. Occorre guardare alla montagna come luogo che se non torna a vivere, franerà sulla città. Investimenti, visione, cultura, capitale umano, capitale naturale guardato per quello che è. Con sapienza e saggezza. Politica, di fatto. Regimare le acque in quota, gestire le foreste in aumento, proteggere prato pascolo e aziende agricole, dare servizi e infrastrutture alle comunità alpine e appenniniche salva le Città, le reti in basso e le aree di piano. Il Paese di svegli su questo, sulla necessità di montagna, piccoli Comuni, aree rurali vive”.