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  • Crisi Eco Alto Molise-Vastese, Di Pietro (Asm): “Difendere unica voce zone interne”

    Il grido d’allarme lanciato nei giorni scorsi da Vittorio Labanca, direttore responsabile de L’Eco dell’Alto Molise Vastese, mette in evidenza una problematica sempre più diffusa nel mondo dell’informazione locale. Il mensile, attivo da oltre quattro decenni, rischia la chiusura a causa del calo di lettori e dell’aumento vertiginoso dei costi di stampa e spedizione.

    Una situazione che riflette le difficoltà di molte testate cartacee in territori come il Molise, già segnati da un impoverimento di mezzi d’informazione e di figure professionali dedicate. Ma l’appello di Labanca non è rimasto inascoltato. A raccoglierlo il sindacato dei giornalisti molisani, che da sempre si batte per difendere il diritto all’informazione, specialmente in aree interne dove la copertura mediatica è ormai un bene raro e prezioso.

    “L’appello di Vittorio Labanca, direttore de L’Eco dell’Alto Molise, non deve cadere nel vuoto – scrive in una nota Giuseppe Di Pietro, presidente di Assostampa Molise. – Una voce indipendente che, da ben 43 anni, si occupa delle aree interne della Regione, è un patrimonio inestimabile che deve essere difeso, a partire dalle comunità e dalle istituzioni locali”. Di Pietro ha poi sottolineato l’importanza di intervenire a livello normativo per sostenere testate come L’Eco: “Per quanto ci riguarda, proporremo la modifica della Legge per l’editoria per favorire l’inserimento di testate oggi escluse. L’augurio è che una delle ultimissime fonti di informazione su carta possa ritrovare un percorso di sostenibilità”.

    Un rischio per la pluralità dell’informazione – La possibile chiusura di una testata storica come L’Eco dell’Alto Molise rappresenta un campanello d’allarme non solo per il Molise, ma per l’intero panorama editoriale italiano. La crisi dei giornali locali, infatti, è il segnale di una società che rischia di perdere punti di riferimento fondamentali per il racconto delle realtà territoriali. In questo contesto, diventa essenziale un impegno collettivo che coinvolga non solo i giornalisti e i sindacati, ma anche le istituzioni locali, le imprese e i cittadini, affinché si trovi un modello di sostegno economico e gestionale capace di garantire la sopravvivenza di queste voci indipendenti.

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