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  • Sei ore di lavoro della turbina per aprire la strada e raggiungere il rifugio, ma l’elettricità non è stata ancora ripristinata

    Ci sono volute più di sei ore di lavoro, molte delle quali svolte dalla turbina della Provincia di Chieti, dirottata sul posto perché i mezzi spazzaneve a spinta non riuscivano a sfondare le muraglie di neve alte più di due metri, per aprire la strada che dalla provinciale tra Castiglione Messer Marino e Montazzoli sale e raggiunge il rifugio in quota in località Santa Maria del Monte.

    Sul posto otto persone, tra le quali anche dei minori, rimaste bloccate dalla neve caduta abbondante e impossibilitate a scendere in paese. La strada era ostruita da muri di neve accumulati dal vento. Come se non bastasse il disagio, anche l’interruzione dell’energia elettrica.

    Scatta la macchina dei soccorsi. I mezzi spazzaneve inviati dal Comune di Castiglione Messer Marino si arrendono, dopo pochi chilometri dall’attacco della strada, contro i cumuli di neve, tra l’altro su un tratto viario in forte pendenza. Il Comune si attiva, coinvolge Prefettura e Provincia e sul posto viene inviata la turbina, già operativa sulle strade dell’Alto Vastese. Il potente mezzo, condotto da un operatore esperto, riesce a sfondare, letteralmente divorando cumuli di neve e lentamente avanza, liberando la strada nei tratti con i maggiori accumuli. Poi gli spazzaneve a spinta riprendo a operare e aprono la strada fino al ristorante albergo, raggiungendo le persone rimaste bloccate.

    Con la strada aperta e transitabile si sono recati sul posto anche i tecnici del gestore dell’energia elettrica, nel tentativo di ripristinare l’erogazione. Tentativo rivelatosi vano, perché pare che il guasto sia molto più a monte, in direzione Roio, lungo la strada di servizio della centrale eolica presumibilmente. Troppo rischioso operare di notte, intervento rinviato a domattina e probabilmente sul posto verrà installato un gruppo elettrogeno, almeno per tamponare l’emergenza. Intanto sono oltre trenta le ore di blackout che di fatto paralizzano l’attività imprenditoriale del rifugio e dell’annesso ristorante.

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