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  • Attacco del lupo in fattoria a Carovilli, Rapino: «Gli abbattimenti non risolverebbero il problema, anzi…»

    Sta diventando virale il filmato realizzato da una telecamera di sorveglianza di una fattoria di Carovilli che mostra la singolare sequenza di un atto di predazione da parte di un lupo che tenta di impadronirsi di un pollo pur in presenza dell’uomo. L’attacco è avvenuto sabato mattina, intorno alle ore 12, mentre sul posto era presente il proprietario della fattoria e degli animali.

    «Il lupo è passato a meno di due metri da me, – commenta l’uomo di Carovilli, non nuovo ad episodi di incontri ravvicinati con la fauna selvatica – non ha mostrato alcuna paura». In realtà, invece, proprio la presenza dell’uomo ha fatto desistere il lupo dal suo attacco permettendo al fortunato pollo di mettersi in salvo. Il video mostra infatti chiaramente come anche in presenza di una risorsa trofica, cioè di cibo, la risposta comportamentale del lupo alla presenza umana è di anti-predazione; il lupo rimane a bocca asciutta e va via, allontanandosi dalla fattoria.

    Resta, tuttavia, un episodio piuttosto inquietante che deve far riflettere sia sulla presenza massiccia di predatori selvatici su tutto il territorio dell’Alto Molise, cosa peraltro già nota e acclarata da decenni, sia sulla necessità di dotarsi, da parte di allevamenti e fattorie, di sistemi di dissuasione e sicurezza, come ad esempio i cani da guardiania.

    «Non è la prima volta che mi succede. – continua il titolare della fattoria di Carovilli – In passato ci ho rimesso un’anatra e anche un vitellino, ma non ho potuto filmare il “responsabile” e tra l’altro non sono mai stato risarcito. Questa volta il lupo è stato agganciato dalla telecamera di sorveglianza che ha ripreso tutto. Tra l’altro l’animale ha lasciato anche dei peli sul filo spinato che delimita la fattoria, se qualcuno volesse farli analizzare per avere la certezza che si sia trattato effettivamente di un lupo». «Purtroppo le persone che sono in ufficio a bere caffe queste cose non le sanno perché a fine mese comunque vada, o piove, o lupi ,o orsi a loro lo stipendio viene sempre accreditato».

    Il fotografo naturalista e giornalista Dario Rapino a Montecastelbarone agro di Agnone

    Comprensibile lo sfogo dell’allevatore che tenta di ricavare un reddito dai suoi animali con tutte le difficoltà del caso, comprese le predazioni da parte della fauna selvatica. Sulla vicenda di Carovilli, che ha destato intuibilmente un certo clamore mediatico, interviene, contattato dalla nostra redazione, l’avvocato Dario Rapino, fotografo naturalista e giornalista pubblicista esperto di fauna selvatica che da anni studia e monitora la presenza di un branco di lupi tra Montecastelbarone di Agnone e la confinante abetina di Rosello nel Chietino.

    «Si tratta certamente di un esemplare giovane. – spiega Rapino, dopo aver preso visione del video di sorveglianza dell’attacco al pollo – Questo infatti è il periodo in cui i giovani lupi di uno-due anni vanno in dispersione, abbandonando il nucleo di origine, alla ricerca di nuovi territori da colonizzare. Questi lupi solitari rivolgono spesso la loro attenzione verso animali domestici, non avendo il branco come “spalla” per rivolgere l’attenzione alla fauna selvatica. Ricordiamo comunque che, dati alla mano, la dieta dei lupi è costituita al 90 per cento da selvatici».

    Un esemplare giovane, inesperto e anche un po’ maldestro visto che si è fatto scappare di bocca un grosso pollo, che si è introdotto nella fattoria di Carovilli sperando di trovare cibo facile. Si spende meno energia nel catturare un pollo in un recinto che una lepre o un cinghiale che vivono liberi in ambiente naturale. La disponibilità di questa fonte di cibo più facile deve aver attratto il giovane lupo all’interno della fattoria.

    «Dunque, come sempre, occorre affidarsi alla prevenzione. – riprende Dario Rapino – Da tutto questo si ricava un insegnamento: come dimostrano le esperienze svizzere e francesi, gli abbattimenti dei lupi non solo non risolverebbero il problema ma aggraverebbero le predazioni domestiche. Infatti, la disgregazione del branco comporta la presenza sul territorio di molti lupi solitari, con le conseguenze immaginabili. Ma questa è scienza, parola ahimè sconosciuta ai nostri politici» chiude polemicamente il giornalista esperto di fauna selvatica.

    Francesco Bottone

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