Un anziano caricato e ucciso da un cinghiale, nei giorni scorsi, nel Nord Italia. E un altro anziano ferito pochi giorni dopo, sempre da un cinghiale. Gli episodi, sia pure lontani spazialmente, rilanciano anche nel Molise l’allarme cinghiali. Ed è Alfonso Tagliamonte, delegato EnalCaccia alla consulta regionale sulla Caccia, a lanciare una proposta: «Basta con le limitazioni dei capi da abbattere e dei periodi di caccia».
«Basta con le limitazioni dei capi da abbattere (nel Molise 1 solo cinghiale a cacciatore) e dei periodi di caccia attualmente limitati solo a tre mesi invernali che poi in realtà si riducono a pochi giorni (mediamente 10/15) considerando le avverse condizioni meteoriche e che si caccia principalmente di domenica. – argomenta l’avvocato Tagliamonte (a destra nella foto insieme al consigliere regionale, delegato alla Caccia, Cristiano Di Pietro, ndr) – Se la specie è in eccesso, e non occorrono censimenti per dimostrarlo, urgono provvedimenti adeguati altrimenti questi fatti di cronaca e il numero degli incidenti stradali e i danni alle coltivazioni sono destinati ad aumentare considerevolmente. Noi cacciatori siamo disponibili e non certamente per la carne che potrà essere ceduta gratis alle associazioni umanitarie per le mense dalle stesse gestite. I Comuni potrebbero far proprie le nostre proposte e chiedere alla Regione Molise l’adozione di specifici piani di contenimento che la legge prevede».