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  • La sanità pubblica non è solo un servizio, ma un presidio di dignità, speranza e rinascita

    Ci sono storie che raccontano, meglio di qualunque dato o statistica, il valore profondo della sanità pubblica e della professionalità di chi ogni giorno sceglie di prendersi cura degli altri. È la storia di una donna originaria di Casacalenda, che venerdì lascerà il reparto di Riabilitazione Neuromotoria Due del presidio frentano di Larino dopo un percorso lungo, complesso e carico di sfide. Ricoverata il 6 maggio 2025 a causa di una grave patologia autoimmune che l’aveva completamente immobilizzata, la paziente si è trovata improvvisamente privata di ogni autonomia. Un’esperienza dura, che avrebbe potuto spegnere la speranza. E invece, proprio tra le mura della struttura di Larino, quella speranza ha iniziato lentamente a prendere forma.

    Grazie a un percorso riabilitativo attento, personalizzato e condotto con straordinaria competenza umana e professionale, oggi la donna può guardare al futuro con rinnovata fiducia. Dopo mesi difficili, segnati da fatica e determinazione, sarà dimessa potendo tornare a camminare sulle proprie gambe, avendo riacquistato gran parte della propria autonomia.

    Un risultato che non è solo clinico, ma profondamente umano. Per questo, attraverso queste parole, la paziente desidera esprimere un sentimento di immensa e profonda gratitudine nei confronti dell’intero staff della Riabilitazione Neuromotoria Due del Vietri: i medici, il coordinatore, gli infermieri, i fisioterapisti, gli operatori socio-sanitari e il personale ausiliario, che l’hanno accompagnata passo dopo passo senza mai farle pesare la durezza del percorso.

    «La professionalità è stata straordinaria, ma ancora più grande è stata l’umanità», emerge dal suo ringraziamento. Un’attenzione costante, una presenza discreta ma solida, capace di trasformare la cura in sostegno e la terapia in fiducia. Il centro di riabilitazione di Larino si conferma così una struttura di fondamentale importanza, un vero centro nevralgico per il territorio, capace di offrire risposte concrete e di alta qualità a chi affronta momenti di estrema fragilità. Storie come questa ricordano che la sanità non è solo un servizio, ma un presidio di dignità, speranza e rinascita. E a chi ogni giorno lavora in silenzio per rendere possibile tutto questo, va un grazie sincero e collettivo.

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