CASTELMAURO – Sfrattate tre famiglie indiane per far largo ai profughi.
E’ quanto denuncia al Prefetto il comitato “Noi per Castelmauro”.
Pubblichiamo, di seguito, il comunicato girato alla stampa dal comitato “Noi per Castelmauro”:
«Il comitato cittadino “Noi per Castelmauro” intende esprimere, a nome dei suoi componenti e degli oltre cinquecento cittadini che hanno espresso, attraverso la raccolta firme, il proprio parere sulla vicenda del centro di accoglienza straordinaria individuato all’interno del nostro abitato.
In data 14 gennaio il sindaco Angelo Sticca ha indetto un incontro con la cittadinanza per esporre quello che il vice prefetto aggiunto, dott.ssa Agnese Scala, aveva palesato in data 22 dicembre 2015 attraverso la formale richiesta di informazioni riguardanti lo stabile accreditato ad ospitare i profughi. Alcuni cittadini avevano già notato che qualcosa si stava muovendo in quanto dallo stabile di cui sopra sono stati sfrattati tre nuclei familiari di nazionalità indiana, in possesso di regolare contratto di affitto e delle relative ricevute di pagamento, composti anche da donne in gravidanza e minori, senza dimenticare che una di queste si trovava, e si trova attualmente, nel proprio paese di origine e che il proprietario ha provveduto a trasferire i loro averi in uno stanzino dello stesso stabile senza la presenza dei diretti interessati. Durante l’incontro il sindaco ha poi dato notizia che lo stabile avrebbe dovuto ospitare 45 giovani tra i 18 ed i 25 anni di nazionalità afghana e pakistana tutti di sesso maschile e che il loro trasferimento sarebbe avvenuto in tempi brevi. A quel punto i cittadini, colti di sorpresa, hanno chiesto spiegazioni su come sia potuto avvenire tutto ciò senza nemmeno essere ragguagliati né sulle dinamiche né sui tempi con i quali si sarebbe dovuto agire per mettere in atto tale progetto. Abbiamo cercato di trovare notizie e documenti utili a capire meglio la situazione e a far presente l’inadeguatezza del nostro paese ad accogliere un così congruo numero migranti/rifugiati. In data 21 gennaio il sindaco ci ha avvisati che il giorno dopo ci sarebbe stato con molta probabilità il sopralluogo della Prefettura e di conseguenza abbiamo organizzato un sit-in davanti allo stabile per poter chiarire alcuni punti ed avanzare le nostre richieste. Sorpresa dalla numerosa presenza di cittadini davanti lo stabile il viceprefetto fa avvisare il sindaco dal maresciallo dei carabinieri di organizzare un incontro in Comune al quale hanno preso parte alcuni rappresentanti di questo comitato. Durante l’incontro la dott.ssa Scala ha decantato tutte le qualità di tali progetti dichiarando che il Molise è ai primi posti in Italia per quanto riguarda questo tipo di accoglienza e che questi ragazzi, di cui conosce personalmente la storia, sarebbero stati gestiti da personale qualificato 24h su 24h e che avrebbero partecipato a corsi formativi artistico culturali ecc. , così come previsto dal capitolato tecnico dell’appalto. Ha poi risposto alle nostre richieste, riguardanti soprattutto cosa fosse previsto in termini di rafforzamento della sicurezza e di garanzie sul piano sanitario, che non c’era nulla di cui preoccuparsi e che le nostre erano riserve del tutto infondate e piene di pregiudizio scaturite soprattutto dalla poca attendibilità delle notizie riportate dai mezzi di informazione. Ha poi fatto seguito la dichiarazione del sig. Prefetto Di Menna che invitava i cittadini di Castelmauro a non essere prevenuti nei confronti degli immigrati, che il loro trasferimento non era imminente in quanto quella sistemazione sarebbe stata utilizzata solo in caso di emergenza e che il numero degli ospiti era sceso a 36 unità. Preso atto di tutto ciò, crediamo sia nostro diritto denunciare il modus operandi delle istituzioni responsabili del progetto in quanto sono loro che dovrebbero garantire a noi cittadini la sicurezza e il rispetto delle norme necessarie a farci vivere in un paese civile e non assumendo atteggiamenti ambigui e non molto chiari dai quali si evince quasi una volontà di tenere allo scuro il più possibile le popolazioni dei nostri comuni su alcuni temi molto importanti. D’altronde sarebbe bastato un incontro preventivo tra le comunità interessate, le istituzioni e le cooperative aggiudicatarie, per poter spiegare i progetti e dissipare, almeno in alcuni, paure e perplessità.
La risposta che ci è stata data forse non ha tenuto conto delle vicissitudini che abbiamo né delle gravi situazioni che ogni giorno bisogna affrontare per poter vivere o sopravvivere nelle nostre comunità, ma ha dato più peso alle esigenze, per noi puramente economiche, di privati che non hanno esitato a sfrattare altri regolari locatari in accordo con le cooperative che dovrebbero lavorare per il sociale. E’ poi vero che siamo prevenuti ma non nei confronti di un gruppo di persone che hanno reali necessità ma lo siamo nei confronti di quello che non conosciamo e che non ci viene spiegato correttamente e soprattutto siamo prevenuti verso le istituzioni che hanno permesso e continuano a permettere che il nostro territorio e le nostre risorse vengano violentate continuamente. È infatti incredibile come attualmente su tutto il territorio italiano si chiudano ospedali, ci siano edifici pubblici o caserme nuove e mai aperte e non vengano prese nemmeno in considerazione per far fronte a questo tipo di emergenza e sempre più spesso viene confermato il timore che le istituzioni si ricordano dei nostri territori solo quando c’è da risolvere un problema».