Trasporto pubblico: ancora tagli al servizio e a rimetterci saranno i piccoli centri.
Oggi il tavolo tecnico con gli operatori del settore, i funzionari della Regione Abruzzo e il consigliere delegato Camillo D’Alessandro.
Tagli e ancora tagli, in tutti i settori, compreso il trasporto pubblico. E nei prossimi mesi, se non già dalle prossime settimane, il trasporto pubblico locale, in particolare quello montano, subirà un’altra sforbiciata con una riduzione quantificabile in almeno il 10 per cento.
E’ quanto emerso nel corso di un tavolo tecnico, tenuto opportunamente riservato, che si è tenuto questa mattina presso la sede della Regione Abruzzo a Pescara, alla presenza del consigliere delegato ai Trasporti, Camillo D’Alessandro (nella foto accanto, ndr), dei funzionari regionali della sezione Trasporti e degli operatori del settore, sia pubblici che privati.
Il buco che la Regione ha nel comparto trasporto pubblico è ormai una voragine di circa venti milioni di euro. Ed è proprio a causa di questa gestione non propriamente efficiente, con un bilancio costi/benefici decisamente in rosso, che il Ministero non trasferisce più alla Regione Abruzzo qualcosa 
come 8 milioni di euro. Una sorta di sanzione che avrà delle ulteriori ripercussioni negative sul servizio erogato.
Perché la Regione a guida Luciano D’Alfonso, con meno fondi a disposizione, non ha saputo fare altro che chiedere agli operatori del settore di tagliare del 10 per cento le proprie linee.
Per la serie: ho meno soldi, ma non cerco di eliminare gli sprechi, mi limito a tagliare ulteriormente il servizio.
E dove andranno a tagliare il trasporto pubblico? Un po’ ovunque, in tutta la regione, ma forse gli effetti si sentiranno maggiormente nelle zone periferiche, nei centri montani, dove i servizi di trasporto pubblico sono già ridotti al minimo e dove c’è ben poco da tagliare perché gli attuali collegamenti, dove ancora possibili viste le strade completamente dissestate, sono praticamente cuciti addosso alle necessità lavorative e di studio dei pendolari lavoratori e studenti appunto.
Francesco Bottone
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