di Umberto Berardo ed Alberto Conti
Non riusciamo più, se non scavando con insistenza, a ricordare il momento in cui siamo venuti a contatto con la straordinaria persona di Leo Leone avendo condiviso con lui esperienze umane, culturali, spirituali e politiche per lunghissimi anni.
Non abbiamo voluto vederlo dopo la sua dipartita da questa esistenza terrena per averne sempre il ricordo vivo e stupendo dell’amico affettuoso, sorridente, sincero, affabile, stimolante, intelligente, coerente, deciso, intraprendente, colto, umile, solidale, giusto.
Il nostro silenzio dopo la sua morte di quel sabato 5 marzo e le esequie così partecipate il giorno successivo a Campobasso è figlio di una sofferenza enorme con cui abbiamo vissuto tanti giorni di ricordi legati ad una persona alla quale abbiamo voluto davvero molto bene.
Ora vogliamo in qualche modo farne memoria perché ci appare doveroso far conoscere, anche a chi non lo ha incontrato direttamente, la personalità di questo intellettuale che sicuramente ha segnato il percorso storico e sociale della collettività molisana con un grande impegno nella scuola, nella ricerca culturale, nella produzione letteraria, nell’informazione, nelle associazioni culturali e del volontariato, nella politica e nella Chiesa.
Occorre tra l’altro sottolineare come il suo impegno deciso per la realizzazione di una società a misura d’uomo sia stato sempre ispirato da una logica profondamente cristiana di servizio al prossimo senza mai alcuna ricerca di incarichi di prestigio o di potere.
Leo è stato questo: un uomo votato all’amore per l’altro ed alla realizzazione della giustizia sociale.
Nato a San Donato Val di Comino (FR) il 31 marzo 1938, a diciannove anni si stabilisce a Campobasso come istitutore presso la Casa degli orfani di guerra.
Nell’ambito della sua attività con i Marianisti nel 1959 fonda il gruppo sportivo “Virtus”, nel quale ha continuato sempre a lavorare, e, negli anni ’60, “Nuova Frontiera” come gruppo di crescita, d’impegno e di solidarietà per giovani aperti ad esperienze davvero innovative di lavoro comune con contadini di comunità del Molise interno come Civitanova del Sannio, Pescolanciano e Pietrabbondante.
Grande il suo impegno anche nel Centro Sportivo Italiano di cui è stato presidente regionale.
Con la seconda associazione si tenta la prima esperienza di una lista civica di giovani per le elezioni al Comune di Campobasso il 7 giugno 1970.
Dell’esperienza di “Nuova Frontiera” Leo ci lascia una testimonianza preziosa nel suo volume “Il passato che verrà…” pubblicato dalle Edizioni Enne nell’aprile del 2006 con il ricavato interamente devoluto alla Missione Marianista in Albania secondo la logica di un’economia del dono per un’attività culturale da tenersi gratuitamente in relazione al suo stile di vita.
Laureatosi brillantemente, nel 1970 inizia anche la sua lunga carriera di insegnante di Filosofia presso le scuole secondarie di Montefalcone nel Sannio, Trivento, Boiano e Campobasso.
È allora che la sua personalità si espande in impegni molto articolati anche grazie alla costruzione di lavoro in equipe con tutta una serie di amici con cui collabora fattivamente al miglioramento della qualità della vita degli abitanti di quella regione Molise che è diventata sua terra di adozione, grazie soprattutto al matrimonio con Concetta Di Rienzo ed alla nascita del figlio Paolo.
Nel 1973 a Campobasso è tra i fondatori della “Scuola di teologia per Laici” che riesce a promuovere una formazione teologica del laicato della regione ed un confronto serrato su temi di grande spessore ecclesiale e sociale.
Anni intensi di battaglie per i diritti civili, sociali e politici lo vedono accanto ai movimenti che operano in tale direzione.
Seguono le sue esperienze politiche nel “Movimento Città per l’uomo” con cui viene eletto consigliere comunale nel capoluogo regionale nel 1990 e nella “Rete”, fondata da Leoluca Orlando, con cui si candida alla Camera dei Deputati.
Brillante ricercatore e studioso assiduo, collabora come pubblicista con diversi giornali tra cui “La Vianova”, fondato da un gruppo di giovani duroniesi, e percorre spesso il territorio della regione impegnato in conferenze su temi culturali e di attualità come quello a Duronia (CB) il 9 gennaio 1994 sul tema “Il futuro della scuola” nel quale tiene una relazione leggibile oggi su http://www.laterra.org/images/lavianova/1994/pdf/07-08-1994_suppl.pdf .
È proprio agli inizi degli anni ’90 che Leo stringe forte la sua amicizia con gli scriventi di queste note biografiche e focalizza il suo impegno nel volontariato con la Caritas Diocesana di Trivento e nella Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico “P. Borsellino”, nelle quali lavora da coordinatore, ma anche come docente e ricercatore.
Nascono allora esperienze forti con un’attività che vede ricerche di natura socio-culturale sul territorio della Diocesi di Trivento, cicli di conferenze sulla Dottrina sociale della Chiesa, seminari di studio allo scopo di far lievitare una nuova coscienza politica e sollecitazioni per ridestare l’attenzione sui temi dei paesi delle zone interne.
Subito dopo l’ascesa al potere di Berlusconi ed il quadro politico preoccupante per la rappresentanza democratica, per il Welfare e per lo stato dell’informazione, ma spinto anche dalle preoccupazioni per il clientelismo montante e l’incapacità gestionale della vita regionale da parte delle classi dirigenti di partiti sempre più distanti dalle esigenze della popolazione, Leo, insieme ad un gruppo di amici consolidati e sostenuto dal mensile “La Vianova”, promuove a Campobasso il 15 ottobre 1994 il “Laboratorio Politico Molise” in un’assemblea affollatissima in cui vengono presentate con due relazioni le linee di un nuovo progetto politico.
Gli atti di tale convegno sono presenti all’indirizzo:
http://www.laterra.org/images/lavianova/1994/pdf/10-1994_suppl.pdf .
Infaticabile e sempre pronto ad un impegno diretto, Leo opera con apporti decisivi di elaborazioni di idee e di impegno sociale in diverse associazioni presenti a Campobasso come il “Centro per la Pace”, “Politica Democrazia e Partecipazione” e “1° marzo”.
Intanto, soprattutto dopo il pensionamento, continua a dedicarsi assiduamente alle iniziative della Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico “P. Borsellino” della Diocesi di Trivento nella quale confessa agli amici di trovare stimoli culturali, ma anche gratificazioni personali.
Lavora così per anni insieme a noi, nel gruppo di redazione della Scuola, per la pubblicazione dei “Quaderni della solidarietà”, volumi di ricerca su questioni socio-economiche, e del volume “Paolo Borsellino:organizzare la speranza” uscito nel luglio del 1996 con il Gruppo Abele di Torino.
Per i 150 anni dell’Unità d’Italia è ancora la Scuola “P. Borsellino” della Diocesi di Trivento a promuovere una ricerca di natura storica sul percorso dell’Unità d’Italia a partire dalla realtà molisana.
Il gruppo ideatore chiama ancora una volta Leo a far parte di un comitato scientifico insieme ai colleghi Roberto Colella, Franco Novelli, Luigi Picardi ed Antonio Ronzitti per coordinare la ricerca storica ed animare didatticamente il lavoro degli studenti delle scuole secondarie di Trivento, Agnone e Frosolone.
Il risultato di tale attività è stato il volume “Identità molisana e Unità d’Italia: frammenti di storia” pubblicato nel marzo 2012 con Gemmagraf .
Leo intanto continua ad immaginare nuovi strumenti di promozione per lo sviluppo economico del Molise, soprattutto attraverso un impegno nel Terzo Settore, con la nascita di una Fondazione per promuovere attività lavorative finalizzate allo sviluppo del diritto al lavoro.
Insieme a Libera ed all’Associazione 1° marzo si è inserito attivamente in un gruppo composito di soggetti per dare vita alla cooperativa “I colori della terra” che ha permesso l’integrazione di alcuni immigrati attraverso un’attività agricola nella nostra regione.
È stata un’ esperienza di grande levatura umana di cui ha lasciato una traccia di riflessioni profonde nei suoi articoli sul mensile “La Fonte”.
In questa breve biografia abbiamo cercato di delineare taluni aspetti della personalità del nostro amico Leo Leone che, come avete letto, testimoniano lo spessore elevato di una personalità che tanto è riuscita a dare in termini spirituali, culturali ed umani alle persone con cui è venuta a contatto.
Più segnatamente ci piace dare testimonianza della sua fede autentica declinata tra il Vangelo e le necessità dei fratelli per i quali si è speso fino agli ultimi giorni della sua esistenza.
Negli ultimi colloqui avuti è di questo amore per il prossimo che ha continuato a parlarci raccomandandocelo con la parola ormai faticosa, ma con il suo solito grande sorriso.