CAMPOBASSO – Il servizio universale deve continuare a essere fornito nella misura massima, cioè deve almeno comprendere consegna e ritiro per cinque giorni a settimana per ogni cittadino europeo. Inoltre, al fine di soddisfare l’obbligo di servizio universale è importante mantenere ben funzionanti le reti postali, con un numero sufficiente di punti di accesso nelle regioni rurali, remote o scarsamente popolate.
È inequivocabile la risoluzione che il Parlamento europeo ha approvato nei giorni scorsi in merito al servizio postale universale. Una posizione chiarissima, votata a Strasburgo da 541 europarlamentari. A larga maggioranza l’assemblea ha messo l’ennesimo paletto contro le riduzioni dei servizi postali, sia legati alla distribuzione della corrispondenza sia ai presidi territoriali, la rete degli uffici. Indicazioni che bocciano senza attenuante alcuna i piani di smantellamento del servizio universale abbozzati qua e là nell’Unione Europea, e certamente quello attuale di Poste Italiane che usa l’etichetta della “flessibilità” per nobilitare un moncone di servizio attivato appena 5 giorni ogni due settimane e con drastica riduzione dei “punti di accesso nelle regioni rurali, remote o scarsamente popolate”.
Inoltre nella risoluzione si sottolinea che “i prezzi nell’ambito dell’obbligo di servizio universale siano accessibili e garantiscano a tutti gli utenti l’accesso ai servizi forniti”. L’Anci ha sempre sostenuto quanto scritto e affermato chiaramente nella risoluzione del Parlamento UE. In primo luogo non sono ammissibili disparità di trattamento tra aree diverse, in base alla densità di popolazione e alle conformazioni del territorio.
“Il testo votato a Strasburgo – commenta Pompilio Sciulli, presidente de l’Anci Molise – è chiarissimo. Negli ultimi cinque anni abbiamo fatto una serie di richieste e proposte a Poste Italiane, a partire dalla nascita di sportelli multiservizio, più vicini alle esigenze delle comunità e degli Enti locali. Alla luce di quanto scritto dal Parlamento UE ridefiniremo il dialogo con Poste al tavolo nazionale nato dalla conferenza unificata per volontà del ministro Costa”.
Altro dato significativo per la difesa dei servizi postali sui territori è la notizia che il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da dodici Comuni friulani contro la chiusura o il ridimensionamento orario di uffici postali talvolta decentrati, ma non sempre in territori spopolati. Sportelli che, dunque, resteranno aperti: finisce nel cestino il piano di tagli di Poste italiane che aveva comportato chiusure dal 7 settembre 2015, per poi essere sospeso – per effetto dell’accoglimento della sospensiva da parte del Tar – da gennaio.