AGNONE – Riceviamo da Andrea Greco, attivista del M5S di Agnone, e pubblichiamo:
Il territorio altomolisano soffre da tempo la condizione di incertezza legata al destino dell’ospedale Caracciolo di Agnone e mentre il Presidente Frattura si sforzava di propagandare che tutto andava bene, durante l’anno in corso, sono stati molti i mesi durante i quali nel presidio non è stato possibile garantire servizi degni di tale nome.
Il mantra che continuava a ripetere il Presidente era che nei nuovi piani (quelli che il Ministero gli ha chiesto di integrare già un numero incalcolabile di volte) il Caracciolo avrebbe avuto il riconoscimento di presidio di area disagiata, ma subordinando il tutto ad accordi di confine con l’Abruzzo.
Per questo la scorsa estate mi feci promotore insieme a tutto il meet-up di Agnone di una “visita” al Caracciolo dove a luglio scorso mi recai insieme ai portavoce in Consiglio regionale del Molise, Antonio Federico e Patrizia Manzo e la portavoce in Consiglio regionale abruzzese Sara Marcozzi. Perché lo abbiamo fatto? Perché volevamo toccare con mano una situazione di disagio diventata palpabile e capire l’entità dei continui disservizi lamentati dai cittadini.
Avvertiva Russeau che tra le parole e i fatti bisogna sempre guardare i fatti perché questi non mentono mai e i fatti dicevano che mentre gli amministratori regionali si sforzavano di dire che tutto andava per il meglio, in ospedale, nonostante i recenti lavori, le sale operatorie erano state chiuse nuovamente; il servizio di diagnostica per immagini collegato ad Isernia era praticamente assente – con aggravio dei costi per continui ping pong con l’ospedale pentro; il blocco operatorio era utilizzato al 5% delle possibilità.
Dopo aver toccato con mano in che situazione versava il nosocomio altomolisano e per sciogliere altri dubbi che abbiamo avuto leggendo, ad esempio le caratteristiche tipiche del presidio di area particolarmente disagiata, abbiamo deciso di depositare due interrogazioni ai rispettivi Presidenti di regione Molise e Abruzzo. Questo anche per vederci chiaro, comprendere realmente i termini degli accordi di confine e capire quando, dove e come sono stati stipulati.
Frattura ci ha risposto e, come ampiamente prevedibile, ha detto che è tutto ok, che va tutto bene, mentre d’Alfonso ancora non si pronuncia. Per questo stiamo aspettando la discussione in aula di Consiglio regionale abruzzese per poter poi tornare qui ad Agnone e informare i cittadini, carte alla mano, di quali sono le reali intenzioni dei governatori. La discussione in Consiglio regionale abruzzese era prevista ieri ma è saltata per mancanza di numero legale. Restiamo in attesa e vigili sui diritti dei cittadini altomolisani. Siamo l’unica forza politica ad aver portato la questione in Consiglio regionale con atti scritti, nonostante qualcuno forse si sforza di far finta di non vedere.
La nota più triste di tutte è vedere un Presidente inadeguato come Frattura, sforzarsi di propagandare il sì al referendum anche per dirimere queste situazioni, atteggiamento opportunistico e intellettualmente disonesto che non tiene conto del fatto che lui in quanto governatore avrebbe tutti i poteri necessari per evitare che i cittadini altomolisani vengano depredati dei loro diritti.