ATESSA – Branco di cinghiali davanti all’ospedale di Atessa.
Campitelli della Libera Caccia accusa la Regione Abruzzo incapace di prendere adeguati provvedimenti.
Riceviamo da Antonio Campitelli, presidente regionale della Libera Caccia, e pubblichiamo:
“Il fenomeno dell’esplosione demografica della specie cinghiale non si arresta, e benchè sia solo da poco più di un mese che si è conclusa la stagione venatoria, i famelici ungulati spadroneggiano nei nostri campi, nelle nostre strade, e adesso anche nei nostri ospedali…o ciò che ne rimane.
Difatti è notizia di pochi giorni fa, l’avvistamento di un numeroso branco di cinghiali (filmato da un cittadino) all’interno dell’ospedale civile di Atessa…o meglio, ciò che rimane dell’ormai “EX” ospedale civile di Atessa.
La struttura, che prima era un’eccellenza ed un punto di riferimento per tutto il comprensorio della Val di Sangro, ormai versa in uno stato di incuria e di abbandono. E dopo essere stata spogliata di risorse, competenze e attrezzature, la mancanza dell’ordinaria manutenzione delle aree verdi adiacenti, ha fatto si che arrivassero a pascolare indisturbati all’interno della struttura.
Il regolamento regionale per la gestione degli ungulati, a due anni dall’applicazione in provincia di Chieti, dimostra tutta la sua inefficacia, e i cinghiali continuano a proliferare indisturbati, ma nonostante ciò, le modifiche al regolamento regionale che dovevano essere discusse in commissione agricoltura, restano arenate in qualche cassetto. L’attività di selecontrollo che sta per ripartire si è dimostrata palesemente insufficiente a contenere l’aumento demografico di questa specie, e all’interno delle aree protette non si muove foglia, a causa delle preclusioni ideologiche di chi le gestisce.
Tuttavia, nessuno si decide a mettere in campo azioni maggiormente incisive per far fronte a quest’emergenza.
Questa è la dimostrazione di come la politica regionale sia totalmente distaccata dalle esigenze dei cittadini. E quella sanità che qualcuno diceva dover essere “a misura di cittadino”, e invece diventata “a misura di cinghiale”.
Antonio Campitelli