SCHIAVI DI ABRUZZO – Inizia decisamente in salita, con una informativa in Procura per un’ipotesi di reato di vilipendio al tricolore, il secondo mandato del sindaco Luciano Piluso.
Primo consiglio comunale scoppiettante quello di oggi pomeriggio a Schiavi di Abruzzo. A scaldare gli animi il caso delle bandierine delle ditte che fanno affari con l’eolico esposte, nei giorni scorsi, accanto alla bandiera d’Italia sulla facciata del Municipio.
Un fatto grave, di cui probabilmente al momento gli esecutori materiali non hanno immaginato i risvolti penali, immediatamente segnalato in Prefettura dal consigliere di opposizione Luca Ninni, e che ha avuto le inevitabili conseguenze penali previste dalla legge. Conseguenze emerse proprio dal dibattito in aula.
I Carabinieri della locale stazione, probabilmente investiti del caso dalla stessa Prefettura, sono stati notati recarsi in Municipio quella stessa mattina e pare abbiano acquisito materiale fotografico, cioè le due bandierine di ditte private esposte accanto al tricolore. Inevitabile, perché atto dovuto, è scattata l’informativa alla Procura per l’ipotesi di reato di vilipendio alla bandiera. Ovviamente dalle fonti ufficiali non arriva nessuna conferma né smentita, atteso che si tratta di attività di indagine.
Lo stesso primo cittadino Piluso, incalzato sulla questione dal consigliere Ninni, ha dichiarato in sede di consiglio di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte delle autorità competenti. Tradotto significa che non risulta, ad oggi, indagato per il reato di vilipendio.
Le leggi che regolano la materia dell’esposizione delle bandiere, infatti prevedono che “sugli edifici pubblici istituzionali possono essere esposte esclusivamente bandiere pubbliche istituzionali”. Altri vessilli, di movimenti o altro, inoltre, non possono essere esposti “al fianco della bandiera nazionale o europea perché i vessilli e le bandiere dei movimenti non hanno il rango istituzionale che compete alle bandiere ufficiali e quindi non si possono mescolare senza ledere la dignità della bandiera nazionale tutelata dalle norme” (L’art. 12 della Costituzione, la legge 22/98, il DPR 121/2000, l’art. 292 del Codice penale ed i principi generali del protocollo di Stato).
In sostanza quelle due bandierine dei signori del vento esposte accanto al tricolore sulla facciata del Comune hanno inevitabilmente leso la dignità della bandiera nazionale.
Se si è trattato di vilipendio o meno lo deciderà la Procura ed eventualmente un giudice. Il quale accerterà anche l’identità dell’eventuale responsabile.
Alla luce di queste considerazioni, il consigliere di opposizione Ninni ha chiesto al sindaco, all’inizio dei lavori del Consiglio, se non ritenesse verificata, per la sua persona, una delle cause di ineleggibilità. Nel video la domanda di Ninni e la risposta del sindaco.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
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