Selecontrollo cinghiali, parte il programma operativo.
Dopo mesi di ritardi e dopo le ultime polemiche per un tentativo di adottare, da parte della Provincia di Chieti, un protocollo operativo copiato integralmente da quella di Pescara dalla dubbia efficacia, pare che finalmente si passi dalle chiacchiere ai fatti.
Lo annuncia l’Assessore provinciale Franco Moroni, il quale ha subito disposto, a pochi mesi dal suo insediamento, l’attuazione del Programma Operativo per la gestione e prevenzione dei danni dei cinghiali deliberato dal Consiglio Provinciale il 26 settembre 2013, che partirà lunedì 23 giugno in collaborazione con Ambiti Territoriali di Caccia subprovinciali Chietino-Lancianese e Vastese e la Polizia Provinciale.
«Tutto ciò – spiega Moroni – al fine di rispondere alle pressanti e giuste richieste degli agricoltori, che vedono sempre più i loro raccolti invasi e distrutti dai cinghiali e dei cittadini che chiedono più sicurezza nelle strade ed aree antropizzate. Tale programma, che è stato riconosciuto valido anche dall’ISPRA, prevede l’attuazione di forme di dissuasione come: recinzioni elettrificate, dissuasori acustici e olfattivi a protezione delle colture, ma anche il ricorso agli abbattimenti selettivi nei casi in cui sia materialmente impossibile l’applicazione degli strumenti dissuasivi.
Gli abbattimenti saranno organizzati dagli A.T.C. in sinergia organizzativa ed autorizzati dalla Polizia provinciale, coadiuvata da alcuni operatori esperti. Si tratta di cacciatori opportunamente formati (attraverso corsi di formazione validati da ISPRA) e selezionati tramite prova pratica ti tiro, i cosiddetti selecontrollori . Tutti i cinghiali abbattuti saranno recuperati e sottoposti a controlli sanitari (principalmente controllo trichinoscopico) – aggiunge l’assessore Moroni – presso la ASL competente per territorio. Eventuali capi feriti verranno anch’essi recuperati da personale esperto ed opportunamente formato. L’iter per arrivare all’attuazione del programma di prevenzione è stato lungo e difficoltoso, anche per rispettare tutte le disposizioni di legge, nonché i numerosi adempimenti burocratico-amministrativi. Infatti seguendo il nostro Piano di gestione sottoposto ed autorizzato dall’ISPRA in questi mesi è stata fatta un’accurata analisi dei danni e degli incidenti stradali negli ultimi 3 anni, anche per individuare le zone maggiormente colpite dal “fenomeno cinghiale”, infine sono stati eseguiti i censimenti sull’intero territorio provinciale, per valutare la consistenza attuale e la distribuzione della popolazione di cinghiale, e stabilire un adeguato “piano di prelievo”. L’attuazione di tale piano, redatto su basi scientifiche da seri professionisti del settore e vagliato dal nostro ufficio provinciale competente, permetterà da un lato di ridurre il fenomeno dei danni, dall’altro garantirà anche la conservazione della specie, mantenendo integri i livelli vitali della popolazione stessa nel tempo».
Dunque i cacciatori che utilizzano il metodo della braccata, la caccia “tradizionale” per intenderci, posso stare tranquilli: il prelievo operato dai selecontrollori non andrà ad intaccare il carniere potenziale per quando, a settembre, riaprirà la stagione di caccia.
I bracconieri, invece, avranno finalmente dei “concorrenti” perfettamente legali e autorizzati. Un duro colpo anche al mercato nero delle carni di cinghiali che finiscono nella catena alimentare e sulle tavole dei ristoranti senza alcun controllo sanitario.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
I commenti sono stati chiusi.