«La Regione dopo tre anni di bugie e promesse chiude il Cotir di Vasto, successivamente aver già chiuso il Crivea di Miglianico. Il Presidente Luciano D’Alfonso e l’assessore regionale Dino Pepe hanno scientificamente voluto e programmato la chiusura del Cotir visto che in questi anni, nonostante gli allarmi e le proposte avanzate dal sottoscritto e condivise in Commissione Agricoltura, abbiamo assistito inesorabilmente solo alla mancata volontà, di questo Governo regionale, nel trovare una soluzione idonea per rilanciare l’ente di ricerca vastese».
Questa la denuncia del presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo che sottolinea come «vi sono delle responsabilità chiaramente riconducibili a questo Esecutivo regionale di centrosinistra che non è stato capace, non solo di cercare ma di trovare delle soluzioni concrete come quella dell’attivazione dei bandi del Programma di Sviluppo Rurale. Oggi – chiede Febbo – dove sono finiti e cosa hanno prodotto quei personaggi del Partito Democratico e non solo che hanno sfilato sui tetti del Cotir durante la Campagna elettorale delle scorse regionali? Perché oggi non protestano contro il Presidente D’Alfonso? Perché viene salvaguardato solo il Crab di Avezzano? Durante il mio assessorato, nonostante le tante difficoltà, ho sempre garantito l’apertura dei tre Centri di ricerca attraverso progetti del PSR trovando, seppur minime, risorse in un bilancio sicuramente ben peggiore di quello attuale, assicurando l’efficienza della struttura. Oggi, invece, – continua Febbo – registriamo una decadenza della stessa struttura del Cotir con la Regione che non ha garantito neanche il pagamento delle utenze e la minima manutenzione dei beni di proprietà. Una vera e propria vergogna che porterò ancora una volta all’attenzione della Corte dei Conti. In questi anni i lavoratori sono stati soltanto illusi dalle promesse fatte dal governo regionale che oggi manda a casa una trentina di persone (peraltro senza stipendi) dopo 3 anni di agonia mentre riesce a trovare soluzioni e politiche di rilancio per il Crab di Avezzano, dove si vota e comunque c’è l’interesse dei consiglieri regionali di maggioranza. Due pesi due misure, eppure il 60/65% del PIL agricolo regionale è prodotto proprio nella provincia di Chieti dove tra l’altro sono ubicate le maggiori industrie agroalimentari e la produzione vitivinicola è l’85% di quella regionale. Questi – conclude Febbo – sono i risultati della classe dirigente di maggioranza eletta nel vastese che governa la Regione ma che mortifica e abbandona pesantemente il proprio territorio: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Oggi abbiamo una Regione insensibile ed inetta che è riuscita persino a chiudere un Centro di eccellenza come il Cotir che ha sempre contribuito, con la propria ricerca, all’innovazione e allo sviluppo del mondo rurale e agricolo regionale».