I dializzati dell’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ scrivono a L’Eco per mettere a conoscenza una situazione non più sostenibile riconducibile ad una serie di carenze strutturali nonché di personale. La missiva è indirizzata ad Asrem e presidente della Giunta regionale, Paolo di Laura Frattura. Nella missiva i firmatari minacciano lo sciopero delle cure se le cose non dovessero cambiare in breve tempo.
Noi, pazienti della Dialisi di Agnone, ci siamo stancati di non essere minimamente considerati dall’ASREM sia dal governo Regionale, con il Presidente Frattura in testa, e facciamo sapere che la nostra pazienza è finita. Ci sentiamo abbandonati da tutti con una passività esasperante che sta nuocendo alla nostra salute in quanto ogni giorno ci vengono tagliate sicurezze e certezze, e di fatto si riduce il servizio a nostro danno, che viviamo in una zona disagiatissima.
- Il primo episodio riguarda un letto bilancia. Precisiamo che il costo di questo è di €. 2.200,00. In febbraio un vecchio letto bilancia si rompe, e non può essere riparato. Si fa richiesta di un letto nuovo, ma nonostante tutti i solleciti e le assicurazioni, compreso l’impegno personale del Dott. Forniciti, questo fino ad oggi non è mai arrivato. Per un primo tempo medico ed infermieri si sono assunti la responsabilità di far dializzare su questo presidio rotto, senza avere la possibilità di controllare il peso in discesa del paziente, che spesso doveva essere spostato su altro letto vuoto libero per tale controllo, in molti casi nostri compagni non deambulanti, con il rischio di ipotensioni, criticità cardiache, collassi, ecc. Dopo un ennesimo rischio clinico, appena, causa una mortalità di ben 4 compagni in sei mesi, anche per le condizioni di tensione in cui si lavora, siamo scersi a 16, il letto è stato tolto riducendo il servizio, e 4 nostri compagni, in lista di attesa, non potranno dializzare più quandio servirà.
- Fino a giugno 2017 abbiamo avuto, in condizione d’emergenza, la copertura H24 assicurata dall’unico medico e dagli infermieri con reperibilità notturna, situazione che vigeva dal 2012 di emergenza per garantire il servizio, regolarmente autorizzata da tutti i dirigenti responsabili dell’epoca. Oggi, dopo la promessa del secondo medico e della copertura H24 futura, che si fa? Invece di aspettare di risolvere il problema prolungando lo status quo per il bene dei pazienti, si tolgono le reperibilità notturne, per motivi legali si toglie la reperibilità notturna anche al medico, e non si adotta la promessa reperibilità pomeridiana/mattutina agli infermieri per garantire eventuali sedute di emergenza che si rendano necessarie per la salute di noi pazienti. Sempre noi a pagare… il 6 gennaio scorso ed in altra occasione in inverno vi ricordate che cosa è successo? Abbiamo potuto dializzare perché c’era la pronta disponibilità, altrimenti ci attaccavamo… Quest’inverno, non essendo stato fatto niente, rischiamo salato…
- La nuova Dialisi: in luglio con l’accordo di tutti si era trovata la farmacia come nuova ubicazione, che consentiva, su due piani di avere spazi adeguati e aumento adeguato di metri quadri per tutti i presidi. Ma l’architetto dell’ASREM è incaponito nel buttare a terra la dialisi esistente, fare un gran casino, non aumentare i metri quadri, e poi vogliamo proprio vedere se tutto in materia di sicurezza sarà a norma e certificato per un centro dialisi, con tutte le criticità, perché la sala attuale, non variando i metri quadri a disposizione, sarà di 88 metri quadri invece di quarantotto! E il resto? Ridotto ancora di più dell’esistente. Motivo? Se si deve fare la sala mortuaria nuova ci vogliono le celle frigorifero e la stanza del medico legale… non ci sono soldi, però ci sarebbero da spendere altri 35 mila euro per creare in lungodegenza, in quelle stanzette, impianti volanti provvisori per dializzare con tubi di parecchi metri esterni dall’impianto DI OSMOSI ATTUALE. Ma lo sanno che la sala dialisi è una sala con caratteristiche simili ad una sala operatoria, con sterilizzatrici a raggi ultravioletti, è un ambiente sterile per prevenire infezioni, non può essere promiscuo, l’accesso proibito e soprattutto non ci devono essere fonti di infezione quali i bagni che esistono in ogni stanzetta di lungodegenza? Lo sanno i tecnici? O ci vogliono far morire tutti per infezione e setticemia per risolvere il nostro problema sprecando soldi?
- Qui noi abbiamo la soluzione per tutto: e la soluzione è politica: Frattura e il suo governo devono decidere se tra i servizi ospedalieri che rimangono ci deve essere la Dialisi e spendere tutto ciò che è necessario perché sia un servizio a norma di legge, di sicurezza e igienicità, realizzandola dove è veramente possibile garantire questo. E allora, in questa situazione di emergenza, può immediatamente fare semplicemente questo:
- Autorizzare la pronta disponibilità per coprire il servizio H24 per l’inverno a medici ed infermieri data l’eccezionalità della situazione.
- Bandire il concorso a tempo indeterminato per un medico nefrologo.
- Quando questo arriva, nelle more delle operazioni definitive, abbandonando il progetto dell’architetto dell’Asrem, ridurre a 6 i posti dialisi (6X8 = 48 mq giusti) e garantire con n. 2 medici e 4 infermieri i doppi turni. Anzi, se si devono adeguare gli impianti, senza costruire niente, si può farlo la domenica quando la dialisi non lavora, oppure se non è possibile, costruire una nuova dialisi sicura altrove.
Non vogliamo più chiacchere: questo è un ultimatum ragionevole a Frattura e al governo Regionale, e il tutto è da fare prima delle elezioni, altrimenti ci impegneremo con le nostre famiglie a mandare a casa il Governatore, perché la scelta è adesso politica e non tecnica. Il tempo c’è fino alle elezioni, se il governatore vuole. Per adesso non ricorriamo all’arma dello sciopero della dialisi e attendiamo, e chi ha detto nell’ASREM che noi siamo come pacchi postali che possono essere spostati a piacimento a dializzare altrove, se ne accorgeranno davanti al giudice. Domenica una nostra rappresentanza consegnerà questo documento all’Assemblea ANED di Abruzzo e Molise a Montesilvano e solleciteremo anche il loro impegno ed intervento.