Cinque sindaci (Santa Croce di Magliano, Rotello, Bonefro, Colletorto e Montelongo), altrettante comunità, un solo slogan: “no” al Centro di accoglienza per i rimpatri volontari a San Giuliano di Puglia (Campobasso), sì all’accoglienza diffusa con gli Sprar. Dalle zone del cratere sismico, oggi la protesta è arrivata a Campobasso, davanti alla sede della Prefettura. Primi cittadini e gente comune, dunque, allarmati per quello che potrebbe accadere nei loro territori. “Siamo preoccupati – ha detto Michele Perrotta, sindaco di Rotello – c’è paura perché abbiamo visto che in Italia i rimpatri non funzionano e soprattutto perché il territorio non è pronto a un assetto del genere, almeno a queste condizioni”. A San Giuliano di Puglia, stando a quanto anticipato giorni fa dal Prefetto di Campobasso, Maria Guia Federico, dovrebbero arrivare 250 migranti in attesa di essere rimpatriati. Proteste, ma anche proposte: “le alternative ci sono – spiega Perrotta – vogliamo un nuovo incontro con il Prefetto, chiediamo che gli organi competenti ascoltino la voce dei cittadini”. La decisione, però, sembra ormai presa. Si sta infatti lavorando all’organizzazione logistica, ma anche per garantire maggiore sicurezza nell’area con un presidio delle Forze dell’ordine e un posto medico. “Siamo pronti a trasferire la nostra protesta a Roma – ha aggiunto il sindaco – abbiamo chiesto un incontro con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, vorremmo essere ascoltati”..
Proteste in piazza contro il centro profughi nel cratere sismico
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