VASTO – «L’abolizione della Caccia non è nel programma di Governo del Movimento 5 Stelle».
Chiaro e sintetico il senatore vastese del Movimento 5 Stelle e nuovamente candidato Gianluca Castaldi. E così, finalmente, un esponente del movimento chiarisce la posizione ufficiale dei 5 stelle rispetto all’attività venatoria e all’uso legittimo delle armi per discipline sportive. In passato alcune dichiarazioni di qualche esponente avevano creato la sensazione che il M5S fosse contro la caccia e contro il tiro sportivo.
Per questo motivo l’Eco, testata seguita da molti appassionati di caccia e di tiro, lo ha chiesto al senatore Castaldi.
Senatore, ci faccia capire, il M5S è favorevole all’abolizione della caccia?
«L’abolizione della Caccia non è nel programma di Governo del Movimento 5 Stelle. Abbiamo però riscontrato, in ambito venatorio, un vero e proprio Far west nel nostro Paese. Assenza di regole, ovvero assenza dello Stato legata al susseguirsi di Governi che, come quello attuale, con il loro immobilismo non hanno mai garantito il rispetto delle norme».
Beh, in realtà le regole ci sono, anzi, forse ce ne sono fin troppe a vincolare i cacciatori.
«Parlo delle regole che, nel caso della caccia, dovrebbero essere garantite dai Piani faunistici-venatori delle Regioni. Attualmente solo dieci Regioni in tutta Italia hanno un Piano faunistico e, di queste, appena quattro lo hanno aggiornato. Mancano ancora le linee guida del Ministero dell’Ambiente per le Valutazioni d’Incidenza Ambientale sui siti che ricadono nella Rete Natura 2000, così come previsto dalla direttiva Ue Habitat. Un gap normativo tutto italiano che, oltre a creare un danno alla biodiversità italiana e internazionale, crea i presupposti per una nuova procedura d’infrazione europea che rischia di tradursi in un nuovo spreco di soldi pubblici».
Insomma, la posizione del movimento è chiara: sì alla caccia, ma nel rispetto delle regole. Giusto?
«Certo, è chiaro che il rispetto delle regole e l’applicazione delle linee guida sarebbero di aiuto per coloro che svolgono questa pratica con serietà e nei limiti consentiti, contribuendo tra l’altro anche al controllo del bracconaggio e del territorio faunistico stesso».
Francesco Bottone
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