ISERNIA – Un gioiello nascosto tra i meandri sotterranei degli uffici della pentra amministrazione provinciale: così si presenta il MuseC, Museo dei Costumi del Molise, sorto nel dicembre del 2016 grazie ad una iniziativa promossa dalla Regione Molise e dalla Provincia di Isernia per garantire una collocazione espositiva alla preziosa collezione raccolta in anni di appassionate ricerche dal giovane direttore Antonio Scasserra. Varcare la soglia di quell’ingresso segreto significa aprire le porte ad un mondo che un tempo, non troppo lontano, tanto segreto non era e che offre, oggi, uno scenario suggestivo su usi e tradizioni folkloristiche molisane e limitrofe, all’interno di un allestimento prezioso e curato, all’altezza del valore di ciò che vi vien custodito.
Un patrimonio di notevole valore culturale, quello del direttore scientifico Scasserra, che, assieme a valide collaborazioni, quali quella della moglie Maria Giovanna de Bellonia e delle professionali guide del presidio turistico Anna Palermo e Rossella D’Orsi, rende fruibile al pubblico l’ammirazione di 35 costumi femminili completi ed oltre 100 elementi di abbigliamento originali, una raccolta di fotografie d’epoca e una ricca sezione dedicata all’oreficeria popolare, principalmente realizzata ad Agnone secondo la tradizione veneziana, comprendente oltre un migliaio di pezzi, in oro e in argento, dalla lavorazione raffinata e al pari della fama dell’arte orafa di Napoli, allora capitale del Regno. L’esposizione attesta un patrimonio ricco in creatività e fantasia, che esalta non solo la tradizione popolare degli attuali confini molisani, ma anche delle antiche ripartizioni del territorio, comprendenti il matesino casertano, in un arco di tempo che va dall’Unità d’Italia alla prima Guerra Mondiale, cioè dal momento in cui i costumi hanno raggiunto la massima espressione fino alla loro caduta in disuso. Una raccolta museale che, aldilà della indubbia valenza figurativa degli elementi esposti, può vantarsi di alti standard qualitativi per la rarità e il buono stato di conservazione degli stessi.
La collezione di oreficeria popolare vanta circa 1200 manufatti artigianali, a cui sono demandati messaggi comunicativi simbolici dalle funzioni apotropaiche ormai in disuso: dai vassoi alle fibbie, dagli spilloni ai pettini, dagli orecchini agli anelli, dalle collane alle medaglie, tutto sembra raccontare di rituali e tradizioni tramandate da nonna a nipote, per custodire la memoria autentica delle proprie radici, affrancandosi da iatture e sortilegi.
Tra le eccellenze orafe altomolisane, spicca “la Presentosa”, gioiello incantevole, simbolo di fedeltà e amore eterno, diventato famoso perché descritto dal poeta Gabriele D’Annunzio come «una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori» e che lo storico Luigi Gamberale ricordava così: «Sul petto e sulle chiome delle spose fanciulle fiammeggiava l’oro agnonese».
Il rituale della vestizione, in particolare di quella femminile in occasione di feste e cerimonie nuziali, riceve la sua preziosa collocazione e splendida valorizzazione tra le sale del MuseC, allestite anche grazie all’antica sapienza di signore molisane, cultrici della tradizione popolare, che, con amorosa dedizione, hanno collaborato nel fasciare i manichini e nel curarne minuziosamente l’acconciatura, secondo la cultura geografica di provenienza. Ed è così che mappe, grembiuli, camicie, gonne e corpetti prendono vita in un tripudio di colori e inserti in oro da far invidia alle blasonate maison di moda internazionale. O meglio, da ispirarne l’estro stilistico. È notizia recente, infatti, che durante la Milano Fashion Week 2018 persino Gucci abbia portato in passerella stili e motivi floreali ispirati alle decorazioni presenti sui costumi esposti al MuseC.
Interessanti testimonianze fotografiche, dall’impressionante valore demo-etno-antropologico, derivano dalla collezione di immagini che racchiude il realismo della società molisana degli anni ’50, assimilabili alla selezione di scatti d’epoca del noto fotografo americano di origini molisane, Frank Monaco, presenti nel suo libro “The Women of Molise – An Italian Village 1950 (2000)”.
Il Museo dei Costumi del Molise non accoglie solo spazi espositivi ma anche iniziative volte alla diffusione della cultura molisana oltre i confini regionali, come, ad esempio, seminari sulla lavorazione artigianale col tombolo, arte valorizzata persino in America da una signora isernina che la tramanda agli alunni di una scuola elementare newyorkese; eventi formativi durante i quali si realizzano monili in carta quilling da parte degli studenti dell’alternanza scuola-lavoro o laboratori didattici rivolti agli alunni della scuola dell’infanzia e primaria che riproducono manualmente la “Presentosa” con differenti formati di pasta.
A dicembre 2017 è stato staccato il duemillesimo tagliando ad un bambino in visita con la scuola. Tra i curiosi che si addentrano, dapprima scettici, nei sotterranei dei palazzi provinciali, per poi uscirne sorprendentemente stupefatti si contano, per la stragrande maggioranza, visitatori provenienti da oltre i confini molisani. Addentrarsi tra le sale, curiosare tra le vetrine e i manichini, osservare particolari inimmaginabili rende solo in minima parte l’idea dell’emozionante viaggio tra le storiche tradizioni popolari avvolti nella magica atmosfera che solo il MuseC può, sa e deve continuare a donare.
di Sissi Ferrara
MUSEC Museo dei Costumi del Molise
Isernia, Via Giovanni Berta, Palazzo della Provincia
Tel. +39 0865 441381 +39 0865 441471
E-mail: musec@provincia.isernia.it – presidioturistico@provincia.isernia.it
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