Non sarà facile determinare le cause della morte del corpo rintracciato martedì sotto il viadotto della A14 e che gli inquirenti sembrano certi appartenere alla 35enne Eleonora Gizzi, la maestra scomparsa da casa lo scorso marzo. L’anatomopatologo incaricato dell’autopsia dalla procura di Vasto, Cristian D’Ovidio, ha già potuto fare una ricognizione sommaria del cadavere, che è ormai ridotto in gran parte ad uno scheletro: la difficoltà nel capire le cause, specie se naturali, del decesso, risiede proprio nelle condizioni dei resti.
Oggi si effettueranno i prelievi per il dna. Il corpo è stato ritrovato in parte avvolto nei cartoni, come se la donna si volesse proteggere dal freddo, e in posizione fetale, come se cercasse calore. Gli stivaletti lasciati in un angolo fanno invece ipotizzare una situazione di sonno: non è quindi da escludere che, se fosse veramente Eleonora, possa essere stata colta da un malore nel sonno. Ma spiegare con certezza quali siano le cause della morte, prima di un attento esame autoptico, è difficile e forse, come trapela, neanche l’autopsia scioglierà definitivamente i dubbi, specie se le cause della morte possano risiedere in quegli organi ormai spariti. Questo ritrovamento fa pensare quindi non solo ad un allontanamento volontario di Eleonora, ma anche ad una precisa scelta da parte della maestra di volersi isolare e forse ‘nascondere’ sotto al cavalcavia.
Italo Gizzi e Grazia Marinucci, genitori di Eleonora Gizzi, l’educatrice di 34 anni scomparsa lo scorso 28 marzo a Vasto, si sono recati all’Ospedale clinicizzato di Chieti dove sono stati sottoposti al prelievo della saliva. Servirà per stabilire il Dna da comparare con quello del cadavere rinvenuto martedì mattina da un tecnico della Società Autostrade sotto un pilone del viadotto in via Salce. Gli investigatori vogliono verificare la compatibilità per dare un nome e un cognome al quel corpo scheletrito per il troppo tempo sottoposto agli agenti atmosferici e che era lì sicuramente da aprile. Cadavere che era in posizione fetale e adagiato su alcuni cartoni come un rudimentale letto dove trascorrere la notte. La zona, che è recitata, è stata sottoposta a sequestro giudiziale da parte della Procura di Vasto. In quella zona, che dista un paio di chilometri dall’abitazione della famiglia Gizzi, era stata battuta dai volontari e dalle forze dell’ordine impegnati nelle ricerche di Eleonora.