CAMPOBASSO – Furti in campagna, un fenomeno che non risparmia neanche il Molise. Terra notoriamente tranquilla, la nostra regione, negli ultimi anni, ha assistito ad un suo aumento generando non poche preoccupazioni fra gli imprenditori agricoli della regione. A sostenerlo è la Coldiretti Molise che torna a denunciare con forza un fenomeno che, se non arginato in tempo, rischia di diffondersi ulteriormente. Stando ad una stima approssimativa, il business dei furti nella aziende agricole, in tutta la Penisola, frutterebbe oltre 300 milioni l’anno, interessando tanto gli animali quanto i prodotti agricoli e le attrezzature; una escalation di fenomeni criminali che colpisce e indebolisce il settore, aumentando l’insicurezza sulla vita ed il lavoro degli imprenditori agricoli e zootecnici.
“Non si tratta più dei vecchi ‘ladri di polli’ – osserva il direttore regionale della Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – quanto di veri e propri criminali, che spesso mettono a segno raid notturni capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole come quelle operanti sul nostro territorio. Per questo – aggiunge il direttore di Coldiretti – in alcune zone d’Italia c’è anche chi si sta organizzando con ronde e servizi di vigilanza notturni per tenere al sicuro i propri indispensabili strumenti di lavoro. Purtroppo, però, con il ripetersi di questi furti molti imprenditori si stanno scoraggiando e addirittura non si rivolgono più alle forze dell’ordine”.
Di questo problema Coldiretti Molise ha di recente parlato nel corso di vari incontri con i rappresentanti delle Istituzioni che, assicurando la “massima attenzione” verso il fenomeno, hanno inviato gli imprenditori che subiscono furti, a rivolgersi con fiducia alle autorità di pubblica sicurezza.
“Nelle campagne – spiega il direttore Ascolese – la criminalità organizzata può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento che rendono più agevole la messa a segno di furti. Molti dei nostri imprenditori, specie del Basso Molise – aggiunge – non abitano nelle immediate vicinanze delle loro aziende ma risiedono nei piccoli centri, distanti anche vari chilometri. Una circostanza, questa – conclude Ascolese – che, pur con l’ausilio di sofisticati antifurti, favorisce i raid notturni a loro danno”. Per questo, Coldiretti suggerisce di “lavorare per il superamento della situazione di solitudine, invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi sociali e delle forze di sicurezza presenti sul territorio anche con l’ausilio delle nuove tecnologie”.