Talento ai fornelli e capacità di impresa nel settore ristorazione. Per il Gambero Rosso, che ha presentato la guida “Ristoranti d’Italia 2019′, è il momento d’oro dei cuochi-imprenditori. E’ di nuovo al vertice della prestigiosa lista delle “Tre Forchette” l’abruzzese Niko Romito; una conferma rispetto alla classifica dello scorso anno. Subito incalzato, a un punto di distanza, da un terzetto da capogiro: Massimiliano Alajmo de Le Calandre a Rubano (Padova); Massimo Bottura dell’Osteria Francescana a Modena; Heinz Beck de la Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri.
Il dream-team si completa, a 94 punti, con Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli); Piazza Duomo ad Alba; Torre del Saracino a Vico Equense (Napoli); Uliassi a Senigallia (Ancona), e il regno di Antonino Cannavacciuolo: Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara). Poi Enoteca Pinchiorri a Firenze (93 punti), e a 92 Craccoa Milano, Laite a Sappada, Lorenzo a Forte dei Marmi, Madonnina del Pescatore a Senigallia, Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio, Seta del Mandarin Oriental Milano, La Siriola a San Cassiano, St. Hubertus ancora a San Cassiano meta gourmet altoatesina, La Trota a Rivodutri (Rieti), Da Vittorio a Brusaporto.
‘Sperimentazione, ricerca, laboratorio delle idee. Solo così si costruisce il nuovo e si acquista identità. È questo il sottile filo rosso – hanno detto i curatori – che attraversa la migliore ristorazione italiana”. Una realtà quanto mai sfaccettata che spazia dai cuochi-imprenditori, come Romito e Alajmo, ai grandi “solisti” come Riccardo Camanini, new entry con il suo Lido 84 di Gardone Riviera nel novero delle Tre Forchette, e a solide famiglie: Iaccarino, Santini, Portinari, altra new entry nell’Olimpo con la Peca di Lonigo. ‘
‘Per essere vincenti – dicono gli esperti del Gambero Rosso – bisogna andare a pescare nella memoria, nel nostro passato più remoto e renderlo contemporaneo. In nome di una cucina solo apparentemente semplicissima. La concretezza e l’immediatezza dei sapori è in realtà frutto di un magico mix di storia e tecnica. Sapori netti e, a far da cornice, un servizio di sala e di cantina agile per una piacevolezza d’insieme che è diventata la vera arma vincente della ristorazione italiana”. In totale sono 38 Tre Forchette compongono la squadra dei migliori ristoranti d’Italia. Ad arricchire il panorama italiano il premio “Novità dell’anno” Casa Rapisarda di Alessandro Rapisarda a Numana (Ancona); “Ristoratore dell’anno” Nuccia De Angelis di D.one Ristorante Diffuso a Roseto degli Abruzzi (Teramo); Miglior comunicazione digitale: Moreno Cedroni de La Madonnina del Pescatore a Senigallia (Amcona); Miglior servizio di sala: Il Faro di Capo d’Orso di Maiori (Salerno); Miglior servizio di sala in albergo: George’s del Grand Hotel Parker’s a Napoli. Tutti meritevoli di rating d’eccellenza, come sottolinea il presidente Paolo Cuccia: “Gambero Rosso è riconosciuto a livello globale come marchio di garanzia delle eccellenze italiane”.