“Per affrontare e risolvere efficacemente il problema dei danni da fauna selvatica bisogna attuare una serie di misure urgenti che da tempo Coldiretti Molise ha individuato e suggerito alla Regione”. Né è convinta la maggiore Organizzazione professionale agricola che, all’indomani della riunione che l’assessore regionale al ramo, Nicola Cavaliere, ha tenuto con gli Atc ed i rappresentanti delle organizzazioni agricole presenti sul territorio, ritiene insufficiente la caccia di selezione, annunciata dall’assessore, per risolvere il problema.
Per abbassare il numero ormai fuori controllo degli ungulati che la fanno da padroni sull’intero territorio regionale distruggendo colture, spingendosi fin dentro i centri abitati e causando sovente gravi incidenti stradali, Coldiretti ritiene necessaria un’azione sinergica fra cacciatori e agricoltori.
“Punti fermi dell’azione proposta dall’Organizzazione – spiega il delegato confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli – sono: la possibilità di cacciare il cinghiale su tutto il territorio regionale tutto l’anno, l’attuazione di un piano di controllo che permetta agli agricoltori, muniti di regolare licenza di caccia, di abbattere gli ungulati all’interno dei propri fondi, ed altre misure fra cui anche la cattura dei capi mediante apposite gabbie, così come previsto alcuni giorni fa dalla Regione Marche tramite una apposita normativa.”
In estrema sintesi, Coldiretti Molise ribadisce la necessità di misure immediate ed efficaci “indispensabili – spiega il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – alla sopravvivenza del settore primario, messo in ginocchio dai danni, per i quali gli agricoltori attendono da anni i risarcimenti da parte della Regione, che spingono sempre più aziende agricole e zootecniche a chiudere, in quanto gli imprenditori sono sempre più sfiduciati e impossibilitati a coltivare i propri terreni con colture necessarie anche all’alimentazione dei propri capi perché a ‘raccogliere’ ormai sono solo i cinghiali”.
“Non ci stanchiamo mai di ripetere – conclude il delegato confederale Giuseppe Spinelli – che i nostri imprenditori, che ogni giorno curano e gestiscono il territorio, non mirano ad ottenere, come pure è legittimo, i risarcimenti per i danni subiti ma vogliono essere messi in condizioni di lavorare e produrre per se e per la collettività”.