È stata presentata circa un anno fa la campagna contro il femminicidio “Ti amo da morire” ideata e promossa dal Partito Socialista in Molise.
Da allora, membri del partito ed attivisti non si sono mai arresi ed hanno continuato a lavorare per la causa finché il partito guidato da Riccardo Nencini ha deciso di sposare, a livello nazionale, il progetto.
L’Eco ha incontrato Pasqualino De Mattia, segretario provinciale del Psi di Isernia ed ideatore della campagna: «Prima di procedere –interrompe l’intervistato- vorrei ringraziare tutti quelli che hanno dato una mano per il progetto e che hanno aiutato a svilupparlo. Parlo di Serenella, che si è occupata di grafica, di Lino e Alfredo, per il supporto musicale, Barbara La Rosa (responsabile nazionale PSI del terzo settore), che da subito ci ha creduto nell’iniziativa, le volontarie della vendita dei gadget e tutti quelli che hanno contribuito. Ancora una volta, si tratta del successo di una squadra intera».
Nei giorni scorsi a Marina di Carrara “Ti amo da morire” è stata presentata in anteprima nazionale. Le andrebbe di farci un riassunto di tutte le fasi?
«Certamente. Non voglio tediarvi, raccontandovi perché abbiamo deciso di lanciare la campagna di sensibilizzazione. Tutto questo, lo potrete leggere sul sito. Posso dirvi, invece, che dopo la presentazione abbiamo lavorato a “ScriviAmo da morire” (un concorso letterario a tema) e abbiamo cercato di promuovere l’idea fino a farla arrivare in tutte le città italiane a partire da Roma. Onestamente, non mi aspettavo di avere tutto questo consenso» ammette De Mattia «Tuttavia, è successo aver potuto presentare un’importante iniziativa contro il femminicidio in una storica festa culturale. Così, dopo il dibattito D’Alema-Intini, il lavoro è stato mostrato, non solo ad una platea di intellettuali ma a tutta Italia».
È proprio a Marina di Carrara che è stata fatta ascoltare “Qui”, una canzone composta da vari artisti che hanno donato la propria professionalità per contribuire alla diffusione di una cultura della non violenza e della parità di genere.
«Si. Abbiamo mostrato il videoclip (visibile in basso, ndr) della canzone che racconta l’incubo della violenza domestica. Il pezzo, che è disponibile su Youtube, che vuole essere un messaggio di speranza. D’altra parte, è noto, che la musica abbia un forte potere aggregativo, perché e’ un’arte ed un linguaggio comprensibile a tutti».
Dunque, non resta che domandarci, che succederà ora?
«Il fatto che ora Ti amo da morire, sia una campagna nazionale permette di proiettare tutte le iniziative al di fuori dei confini delle singole regioni. L’obiettivo è quello di mettere le arti al servizio della causa. Dopo ScriviAmo da morire potrebbe arrivare FotografiAmo da morire o DipingiAmo e così via. Attraverso la vendita di Gadget con il simbolo di “ti amo da morire” – una rosa che se aperta diventa una rosa ed un ombrello, entrambi colorati di rosso, simbolo della passione – e’ possibile finanziare un progetto rivolto alla parità (es. sostegno dei centri anti-violenza e
corsi nelle scuole)»
E, invece, per quanto riguarda il Molise. Cosa si devono aspettare i cittadini?
«Continueremo a batterci affinché la legge regionale contro il femminicidio abbia una piena attuazione. Effettivamente, serve la nomina del comitato tecnico per far si che la legge possa produrre degli effetti».
Giovanni Giaccio