AGNONE. Nemmeno il tempo di metabolizzare la notizia data in anteprima da l’Eco, che ad Agnone si allarga il fronte del no sull’atterraggio della centrale a biomasse pronta a nascere lungo la provinciale 73. Diversi i commenti, tramite i social, che bocciano perentoriamente il progetto sponsorizzato dall’amministrazione Marcovecchio. E, al momento, non sono bastate le rassicurazioni fornite dall’ingegnere e progettista dell’opera, Luigi Norgia, ex consulente del ministero dell’Ambiente, che in una dettagliata relazione spiega il ciclo dell’impianto alimentato da sottoprodotti quali letami, liquami zootecnici, sansa, pollina e siero. L’iniziativa, malgrado la creazione di posti di lavoro (si parla di una quindicina di addetti) e la possibilità di venire incontro alle esigenze di natura economica di aziende agricole e allevatori, non piace. O quanto meno va ancora sviscerata.
Probabilmente, ed è forse questo il tema centrale, non si sono percepiti fattibilità e sviluppi che l’installazione dell’impianto apporterebbe al territorio. Norgia, infatti, nel suo documento, inoltrato alla Soprintendenza del Molise, che nel frattempo ha comunicato l’intenzione di dare parere negativo al progetto, dichiara che la centrale della potenza nominale di 800 Kw non ha alcun impatto ambientale e, circostanza più importante, non è inquinante. Tutto riportato nero su bianco. Quindi il vero problema sarebbe di natura comunicativo. Intanto a irrompere sulla scena il consigliere di minoranza di ‘Nuovo Sogno Agnonese’ a Palazzo San Francesco, Daniele Saia. “E’ una iniziativa che non ci convince – dichiara a l’Eco -. Ad oggi del progetto, anticipato in consiglio comunale dalla maggioranza di centrodestra, se ne sa ben poco. Sarà nostro compito convocare prossimamente un’assemblea pubblica e capire cosa ne pensa la gente. Al tempo stesso – prosegue il geologo – siamo pronti ad invitare sia i responsabili della società (Neoagroenergie Srl, ndr) chiamata a realizzare l’opera, sia esperti del settore che dovranno chiarire tutta una serie di aspetti al momento sconosciuti”.
C’è da dire che già in passato l’atterraggio di una centrale biomasse sul territorio di Agnone fallì miseramente. All’epoca, era il 2010, a promuovere l’opera fu la Comunità Montana ‘Alto Molise’, guidata dall’attuale sindaco di Belmonte del Sannio, Errico Borrelli. In quel caso l’impianto da 1000 Kw doveva essere alimentato dal cosiddetto cippato difficilmente reperibile, contrariamente ai sottoprodotti previsti per quello attuale che vedrebbe coinvolte numerose aziende del territorio, le quali, non è un segreto, si sgraverebbero di costi per lo smaltimento di prodotti come ad esempio il siero. In questo caso si registra un “ni” da parte di alcuni titolari di caseifici – contattati da l’Eco – che hanno chiesto maggiori delucidazioni sull’atterraggio della centrale. Insomma, il dibattito sulla prima installazione di un impianto per la produzione di biometano ottenuto dalla raffinazione di biogas, proveniente da fermentazione anaerobica, resta apertissimo.