VASTO – Ad un anno dalla ricostituzione del direttivo, l’Associazione Terre di Punta Aderci fa il punto dei risultati prodotti dalle iniziative intraprese, in particolare con riferimento alla battaglia per la riduzione del numero di ungulati presenti sul territorio e per la gestione della residua popolazione.
L’attività di mobilitazione della popolazione partita con la raccolta firme nell’ottobre scorso ha portato il tema dei cinghiali all’attenzione delle istituzioni, «ma le risposte che sono giunte sino ad ora da parte degli Enti locali non possono dirsi del tutto soddisfacenti».
«La neo insediata giunta regionale in occasione di un recente incontro presso la sede regionale, ove il nostro Presidente ha avuto l’occasione di essere presente, – prosegue la nota stampa – ha indicato la strada che intende perseguire: incremento delle attività della Polizia provinciale e invito agli ATC – in particolare quello Vastese – ad operare in maniera più incisiva attivando la caccia di selezione all’interno delle zone di ripopolamento e cattura. Nell’occasione è stata anche annunciata da parte dell’ente gestore della Riserva di Punta Aderci l’imminente installazione nei pressi dell’area protetta di un recinto di cattura. Pur apprezzando l’attenzione dell’Assessore Imprudente nei confronti della problematica e la disponibilità ad ascoltare le ragioni dei cittadini, dimostrata attraverso diversi incontri tenutisi con rappresentanti del nostro comitato, non possiamo non sottolineare che le iniziative sin qui ipotizzate sono inadeguate e probabilmente insufficienti alla risoluzione dei problemi lamentati. Attendiamo quindi l’approvazione definitiva del Piano Faunistico Regionale, nel quale si auspica siano inserite misure maggiormente incisive. Nel frattempo continueremo a tenere alta l’attenzione e a monitorare gli interventi che saranno effettuati dalle Istituzioni competenti, pronti a mobilitarci se le iniziative politiche non porteranno risultati concreti e cioè l’effettiva drastica riduzione del numero di cinghiali presenti sul territorio. Infine, torniamo ad invitare la Regione ad occuparsi non solo dell’attività di prevenzione, ma anche del risarcimento dei danni all’agricoltura, modificando l’attuale sistema che obbliga gli agricoltori che chiedono l’indennizzo ad accettare un regime gravemente penalizzante che, di fatto, porta alla liquidazione di percentuali di molto inferiori alla metà dei danni effettivi. Su questa problematica, che ad oggi non è stata assolutamente affrontata, chiediamo un intervento immediato della Regione Abruzzo. Gli agricoltori hanno diritto al risarcimento integrale dei danni che subiscono e sono pronti a dare battaglia sul punto in tutte le sedi istituzionali e giudiziarie».