AGNONE. Io Donna, l’inserto del Corriere della Sera in edicola tutti i sabati, dedica due pagine a tre super-poliziotte italiane: una di queste è l’agnonese Mariapia Marinelli, 46 anni, vice questore e in forza allo Sco (Servizio centrale operativo). Nell’articolo dal titolo “Ci uniscono la divisa e l’amicizia”, a firma di Roberta Ruscica, viene scandagliata la vita professionale delle tre donne, le altre due sono Elisabetta Mancini, 51 anni, Capo ufficio staff del vice capo della Polizia e Lilia Fredella, 54 anni, questore, quotidianamente impegnate su fronti caldi. Nello specifico Marinelli, un passato alla Squadra Mobile di Milano, oggi si occupa di reati legati ai trafficanti di essere umani e quindi di immigrazione. Numerose le operazioni portate a termine in Italia e all’estero.
Appassionata di proverbi, usanze e tradizioni del paese natio, nonché amante della buona cucina, Mariapia, una vita con il trolley sempre a portata di mano, sorella del nostro collaboratore, il pediatra-giornalista Italo Marinelli, a Io Donna si racconta così. “Sono al Servizio centrale operativo e mi occupo dei reati legati alla immigrazione clandestina – dice Marinelli a Io Donna -. La mia vita è frenetica, il lavoro di polizia giudiziaria l’assorbe quasi tutta. Nel mio ufficio c’è un mare di faldoni, sulla scrivania montagne di carte che mi aspettano. In questo marasma c’è pure un portafortuna: la piccola campana che uno zio mi regalò all’inizio della mia carriera.
In un angolo campeggia il trolley: se devo partire per una missione, ci impiego sette minuti a preparare la valigia. Alcuni omicidi non li dimentico quelli in cui le vittime sono troppo giovani – aggiunge – Come quel ragazzo impiccato: se fossi arrivata mezz’ora prima, be’, l’avrei salvato. O la donna accoltellata che ho trovato in un lago di sangue; accanto c’era il suo bimbo disperato. Mi sono occupata di violenza di genere, di abusi sui minori, ma ho incontrato anche tante persone che lottano per il bene. Penso a quello che disse Nicola Calipari (poliziotto e agente segreto ucciso in Iraq durante la liberazione di Giuliana Sgrena, ndr) a un gruppo di giovani commissari: “Il nostro lavoro è difficile, ci saranno momenti di scoramento. Ma sono convinto che se dovessi incontrarvi fra 30 anni, direste che questa è la vostra strada””.