CASTIGLIONE MESSER MARINO – E’ diventata famosa per aver invitato i parlamentari Orfini, Faraone e Delrio a «venire a dormire davanti all’ospedale di Agnone o sopra al ponte Sente», ora la “capitana” dell’Alto Sannio rilancia e organizza un inedito “Birthday of the bridge“.
Fabiana Cianci, combattiva cittadina della zona di confine tra Abruzzo e Molise, terra abbandonata da Dio e dalle istituzioni, torna a far parlare di sé. Dopo le ultime notizie che parlano di un allungamento dei tempi per la messa in sicurezza del ponte Sente tra Castiglione Messer Marino e Belmonte del Sannio, la guerriera sannita lancia una proposta provocatoria: «Organizziamo una festa di compleanno per il primo anno della chiusura al traffico del viadotto». L’appuntamento cade il 18 settembre prossimo, in quella data di un anno fa, infatti, gli operai della Provincia di Isernia montarono sul posto le barriere per impedire l’accesso al ponte. C’è più di un mese di tempo, dunque, per organizzare una festa vera e propria, una festa di popolo perché tanto i sindaci di zona non aderiranno, «in prossimità del ponte, con una raccolta di foto della nostra zona e un grandissimo cartellone dove ognuno esprime i disagi di questo territorio, senza offese, nel rispetto di tutti. – spiega la “capitana” Fabiana – E poi portiamo tanti dolci, una grandissima.torta con un lumino sopra, così mangiamo tutti, un pochino di musica non guasterebbe. La nostra giornata della memoria, senza colore politico e buttiamo una montagna di coriandoli di tutti i colori». Una bella provocazione, per far capire alle istituzioni, alla inutile Provincia di Isernia, alle due Regioni Abruzzo e Molise, ma anche al pachidermico e sonnolento Provveditorato per le opere pubbliche di Napoli che gestisce la patata bollente della messa in sicurezza del viadotto Sente, che possono anche chiudere le strade, i ponti e costringere la popolazione locale all’isolamento, ma non riusciranno ad estirpare negli eredi dei guerrieri sanniti la voglia di vivere, l’orgoglio di resistere in una terra senza servizi e condannata a morte, la forza di lottare per i propri diritti calpestati proprio da chi, per dovere d’ufficio, dovrebbe assicurarli e difenderli.
Francesco Bottone