AGNONE. “Continuiamo a lavorare per il riconoscimento dell’ospedale Caracciolo come struttura di area disagiata. Il nostro impegno non è venuto mai meno e ci stiamo impegnando affinché ciò si concretizzi. In tal senso rassicurazioni sono arrivate da Roma dopo l’incontro con il sottosegretario Pierpaolo Sileri e alla presenza dei commissari Ida Grossi e Angelo Giustini. Non abbasseremo la guardia fino a quando il tutto non sarà riportato nero su bianco e nello specifico nel nuovo Pos che per Agnone deve essere necessariamente modificato”. La dichiarazione porta la firma di Edmondo Amicarelli, neo vice sindaco del Comune altomolisano all’indomani della crisi di maggioranza risolta con l’entrata in giunta degli assessori, Giovanna Gigliozzi e Pino Verdile che prendono il posto delle dimissionarie Annalisa Melloni e Linda Marcovecchio. Sul futuro della struttura sanitaria di confine arriva anche il commento di don Francesco Martino da sempre impegnato nella lotta per la salvaguardia della sanità pubblica nelle aree interne. “Il 2020 non sarà l’anno della fine del Caracciolo – scrive il sacerdote su facebook – ma avrà segni di speranza. Sembrerebbe, infatti, che la norma prevista dal Patto della Salute che consente a tutti i medici, quindi anche ai primari, che hanno superato i 40 anni di servizio di poter rimanere fino al 70esimo anno di età sia stato già recepito nel contratto della dirigenza medica firmato ultimamente. Questo significherebbe che l’unico primario rimasto in servizio al Caracciolo, Giovanni Di Nucci, potrebbe non andare in pensione il 26 gennaio, ma rimanere in servizio. Essendo stato espletato il concorso per il reparto, con quattro idonei, di cui due da assumere immediatamente, subito si tornerebbe ad un organico di quattro medici, che potrebbero però divenire sei se tutti i professionisti, venuti a cadere i limiti imposti nel 2004 già con il decreto Calabria ed ora con il Patto della Salute, fossero tutti assunti garantendo così la piena funzionalità del reparto, cosa possibile per motivi di emergenza della situazione. La seconda fortuna è il cambio di passo imposto all’Asrem grazie al lvoro dalla commissario Scafarto, che sta affrontando quotidianamente e con una certa rapidità, i problemi dei presidi sanitari. Ipotizzabile, quindi, indire un concorso per mettere al sicuro la rete dialitica, e quindi anche il centro Dialisi di Agnone e tutti quelli della regione, se, invece dei ventidue posti in pianta organica, si garantissero cinque nefrologi per Agnone-Isernia-Venafro, cinque per Termoli-Larino, sette medici più il primario per Campobasso. C’è poi il concorso per i medici di emergenza-urgenza da cui potrebbe arrivare un’altra notizia positiva. Per il bene di tutti i molisani – conclude don Martino – ce lo auguriamo di vero cuore”.
Sanità: futuro del Caracciolo, Amicarelli e don Martino pensano positivo
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