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  • Agricoltura in Alto Molise, occorre puntare sul biologico

     

    POGGIO SANNITA – «L’incidenza dell’agricoltura nell’area del Gal Alto Molise rispetto a tutta la Provincia di Isernia è rivelante, ma dal 1982 ad oggi si evidenzia come tale bene comune e sociale va perdendosi». E’ quanto sottolineato da Angelo Belliggiano, docente dell’Unimol durante l’incontro promosso dal Gal Alto Molise e tenutosi a Poggio Sannita nel fine settimana scorso.

    gal5Dall’incontro inoltre è emerso come le aziende agricole sono per lo più gestite da over 65, mentre i giovani sono solo il 17,3%. Solo tre comuni dell’area di riferimento risultano praticare agricoltura biologica, che rappresenta senza dubbio un settore da sviluppare. Altro settore su cui far leva è quello lattiero-caseario, che abbraccia già una buona fetta di territorio e che è un grande punto di forza. Molti sono infatti gli allevamenti bovini e ovini. Da parte degli imprenditori dell’agroalimentare è emersa la necessità di valorizzare la qualità delle materie prime locali, rendendole funzionali alle produzioni del territorio. Per esempio, produrre formaggi solo con latte locale. Un prodotto a chilometro zero, fatto di materie prime coltivate nell’area, diventa anche più vantaggioso in termini economici. Come è accaduto con le mele biologiche di Castel del Giudice.

    gal2Per valorizzare la produzione c’è bisogno anche di recuperare la biodiversità dei pascoli, come spiegato dal professore Paolo Di Martino. Non mancano le difficoltà, come il sovraffollamento dei cinghiali, i prezzi bassi di alcune materie prime, come il grano, la frammentazione territoriale che penalizza la nascita di nuove aziende agricole. Ma l’obiettivo è quello di trovare la giusta strategia per arginare i problemi e superarli. L’intento è di recuperare alcune colture che possono essere produttive – emblematico l’esempio di un prodotte di olio di Forlì del Sannio – puntare sull’innovazione.

    «L’alleanza tra istituzioni ed imprese – ha detto Lino Gentile, sindaco di Castel del Giudice – è la chiave per una gestione attiva del territorio. I fondi pubblici devono essere usati con una strategia unitaria». «Dobbiamo certificare il prodotto che viene dal territorio  – ha aggiunto Marco Giordano, presidente del consorzio Assomab – puntando sulla qualità, non sulla quantità». «L’operazione di ascolto del territorio che il Gal Alto Molise sta facendo – ha detto Serena Di Nucci, presidente del cda – è fondamentale per dare concretezza alla strategia».

    C.C.

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