AGNONE. Due telecamere a palla. Due webcam istallate su rispettivi pali e posti in prossimità della sbarre d’ingresso dell’ospedale San Francesco Caracciolo. Due occhi del “grande fratello”: la prima che punta verso la palazzina amministrativa, l’ingresso ospedaliero ed il piazzale antistante la struttura sanitaria. La seconda sulla salita appena dopo la morgue che “guarda” l’ingresso della farmacia ospedaliera, il piazzale del nosocomio, l’ingresso/uscita del 118 e verso il parcheggio antistante il campo sportivo Civitelle. Due puntini rossi all’interno del vetro delle webcam che segnalano che gli apparati sono in funzione. Queste le salienti novità del cantiere di ristrutturazione che va a chiudersi e che ha riguardato non solo l’interno ma soprattutto l’esterno dell’ospedale alto molisano. In molti si sono chiesti a che servono le telecamere, ma soprattutto dove vanno a finire le immagini e chi le gestisce. Certamente dopo i furti di stupefacenti ed altro alle farmacie di alcuni plessi ospedalieri regionali, ben vengano gli occhi indiscreti delle webcam. Telecamere che potrebbero essere deterrenti non solo per i malintenzionati ma anche contro un eventuale assenteismo dei dipendenti della struttura ospedaliera. C’è comunque da scommettere che per il rispetto della privacy e come normativa vuole ci sarà un regolamento sull’acquisizione delle immagini che certamente non finiscono su terminali posti negli uffici o strutture dell’Asrem di Agnone. Un avvertimento più che concreto per tutti. Chiunque superi la sbarra ospedaliera rientra in un’area videosorvegliata. Anche se per il momento mancano i cartelli che avvertono che il “grande fratello” osserva e registra ogni minimo passo che si dà all’interno dell’area del San Francesco Caracciolo.
Vittorio Labanca