BOMBA – Riceviamo dal presidente dell’Atc Vastese, Antonio Campitelli, e pubblichiamo:
Apprendiamo con amarezza, che la voce che circolava già da qualche settimana sull’istituzione dell’ennesima riserva naturale regionale, diventa una cruda realtà.
Difatti da articoli di stampa abbiamo avuto la conferma dell’intenzione di istituire un’altra area protetta intorno a tutto il lago di Bomba, e fino a più di metà del territorio di Monte Pallano. Da indiscrezioni di corridoio, pare che la riserva dovrebbe coprire circa 3500 ettari, diventando così la più estesa riserva naturale d’Abruzzo.
Sono a dir poco indignato sia per la totale esautorazione della nostra categoria, quella dei cacciatori, nel processo di dialogo ai fini istituzionali, sia per la continua e reiterata intenzione di sottrarci ancora quel poco di territorio cacciabile che ci resta.
Nonostante gli sforzi che le istituzioni ci chiedono per fronteggiare l’annoso problema della sovrappopolazione di cinghiali, continuiamo ad essere marginalizzati nei contesti istituzionali in cui si discute di gestione del territorio.
Da una parte si vuole impegnarci come categoria a sobbarcarci la gestione del territorio per contrastare l’esplosione demografica del cinghiale, ed i relativi danni e problemi che la stessa crea, e dall’altra si continua a sottrarre territorio alla nostra gestione ed alla nostra possibilità d’intervento, per assegnarlo a chi fino ad oggi, come vediamo in tutte le altre aree protette, non ha mai voluto affrontare il problema.
Bene ha fatto il comune di Atessa a richiedere delle garanzie tangibili sulla possibilità d’intervento all’interno di quella che dovrebbe diventare la futura riserva naturale, onde evitare che diventi l’ennesimo “serbatoio” incontrollato di proliferazione per la specie cinghiale.
Da parte mia, come presidente regionale della Libera Caccia, e come presidente dell’ATC Vastese, chiederò urgentemente un incontro in regione per presentare le nostre rimostranze.
Tra l’altro, tengo a sottolineare che, nell’attuale momento di redazione della nuova pianificazione faunistica venatoria regionale, e dopo aver investito (anche da parte degli ATC) tempo, risorse economiche ed umane, il progetto d’istituzione di una riserva naturale sul territorio da noi gestito ed amministrato dal punto di vista venatorio, potrebbe inficiare il lavoro svolto finora o stravolgerne l’assetto pianificatorio.
Antonio Campitelli