Quale migliore occasione, quella appunto della candidatura di Agnone a divenire “Capitale della Cultura 2026“, per riportare in Alto Molise l’originale della celeberrima tavola osca? Se lo chiede e pone la domanda al ministro Sangiuliano, proprio Franco Valente. L’architetto da tempo racconta quella che a suo dire è «la più grande truffa archeologica del Sannio».
Prendendo la palla al balzo, ora l’architetto sigla una lettera aperta a Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura. «Gentile Ministro, sono convinto che Lei sosterrà la candidatura di Agnone a Capitale della Cultura. – scrive Valente – Mi sembra ovvio che a tutti noi molisani la cosa faccia immensamente piacere. Sarebbe bello se Lei approfittasse di questa circostanza per una iniziativa che interessa Agnone e Pietrabbondante. Riguarda la patacca rifilata dal suo compaesano Saverio Cremonese ad Alessandro Castellani che a sua volta l’ha venduta al British Museum nella seconda metà dell’Ottocento.
L’originale, invece, per una serie fortuita di vicende, all’inizio dell’Ottocento fu acquistata dagli orafi agnonesi Amicarelli ed è legittimamente di proprietà degli eredi D’Onofrio che la conservano gelosamente lontano da Agnone. La verità è venuta fuori grazie alle indagini sul metallo dell’ingegner Pietro Mastronardi, metallologo, e alla ricostruzione di archivio dell’avvocato Giuseppe Ciaramella che ha esaminato il voluminoso carteggio che si conserva a Napoli. Negli anni Trenta (1932) la Soprintendenza di Napoli, accertata l’autenticità della tavola, avviò le procedure per l’acquisto, ma per una serie inspiegabile di accidenti non se ne fece nulla. Questo è il momento per riaprire le trattative con gli eredi D’Onofrio – chiude l’architetto – e riportare nel Molise la più importante testimonianza della civiltà sannita».