«A pochi giorni dall’apertura della stagione venatoria la Regione Abruzzo non ha ancora provveduto a tabellare il territorio. In questo modo i cacciatori non sanno più quali sono le zone di libero accesso per praticare la caccia e quali sono vietate, rischiando pesanti sanzioni, anche penali e magari il ritiro del porto d’armi».
Angelo Pessolano, presidente provinciale del Chietino dalla associazione venatoria ArciCaccia, non le manda certo a dire all’indirizzo della Regione Abruzzo, evidentemente troppo impegnata in campagna elettorale per pensare alle necessità e ai diritti dei cacciatori abruzzesi.
«Il contestato Piano faunistico venatorio approvato dalla Regione Abruzzo ha modificato sensibilmente il territorio, aprendo aree cinofile e chiudendone altre alla caccia. – continua il presidente Pessolano – Il problema è che le previste tabellazioni non sono state realizzate e quindi è impossibile per i cacciatori sapere dove possono e dove non possono praticare l’attività venatoria per la quale hanno pagato e pagano regolarmente. Oltre al danno la beffa, perché il rischio di incappare in controllo e sanzioni è elevato, con la concreta possibilità di beccarsi una denuncia penale e vedersi ritirare il porto d’armi. Una situazione intollerabile. Quale giustificazione porterà ora l’assessore alla caccia Emanuele Imprudente? Che non ci sono i soldi? E le tasse regionali pagate regolarmente dai cacciatori, come vengono utilizzate?».