CAMPOBASSO – C’e’ un Molise che non si arrende alla rassegnazione e non è disposto a cedere al disfattismo, ma preferisce schierarsi a viso aperto con le proprie proposte programmatiche incalzando le istituzioni e orientando il confronto sulle scelte da intraprendere con iniziative di lotta, mobilitazioni e manifestazioni pubbliche. La Diocesi di Trivento è riuscita a richiamare prima l’attenzione del Capo dello Stato sui disagi delle Aree Interne e poi a promuovere un incontro tra i Presidenti delle Regioni Abruzzo e Molise con le rispettive Giunte, e le comunità locali. Un risultato straordinario raggiunto grazie alla determinazione dei 46 parroci di quel territorio sostenuti dalla lungimiranza di Mons. Domenico Scotti e dall’ostinazione di Don Alberto Conti che è impegnato sul tema delle Aree Interne con inchieste finite già dal 1991 sul Corriere della Sera.
Ad Isernia nel giro di 24 ore, sono arrivati il Segretario Confederale Nazionale UIL Guglielmo Loy e la Segretaria Nazionale CGIL Serena Sorrentino, per chiudere due manifestazioni sindacali tese a velocizzare l’iter procedurale dell’Accordo di Programma sull’Area di Crisi Industriale Complessa riconosciuta dal Governo il 7 agosto scorso. All’iniziativa pubblica della CGIL erano presenti quattro segretari nazionali delle federazioni dell’edilizia, dei tessili, dell’agroalimentare e dei metalmeccanici, oltre ai Presidenti della Confindustria, dell’Unioncamere, della Confcommercio e a diversi amministratori locali. Le sollecitazioni avanzate nella relazione di Sandro Del Fattore, riprese dal dibattito e rilanciate nelle conclusioni di Serena Sorrentino, posizionano la CGIL con le proprie proposte di metodo e di merito su una questione strategica per il futuro del Molise. Alle istituzioni regionali e alla delegazione parlamentare spetta raccogliere la sfida dello sviluppo e dell’occupazione per portarla a sintesi nel confronto col Governo all’interno del Masterplan per il rilancio del Sud anticipato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
In una fase storica dominata dal 2008 dalla peggiore crisi economica mondiale dal 1929 in cui nessuno ha la ricetta magica per salvaguardare il Welfare-State, tutelare il lavoro e assicurare alle nuove generazioni, progresso e benessere, è più facile che vinca il populismo, il ribellismo o la paura del futuro, e non la coesione solidale, la responsabilità collettiva, l’interesse generale o il bene pubblico. Per una regione meridionale di modeste dimensioni alle prese con problemi atavici che si sono accentuati in modo impressionante durante gli anni di questa crisi drammatica, costituisce un buon segno la vitalità della rappresentanza sociale che nell’autonomia delle proprie posizioni è pronta a battersi e a confrontarsi per un Molise capace di superare le difficoltà garantendo opportunità, diritti e lavoro alle proprie comunità locali.
Michele Petraroia