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  • Bando borghi, il sindaco Gentile smentisce il ricorso al Consiglio di Stato: «Valutiamo»

    «Ricorso al Consiglio di Stato? Sinceramente stiamo ancora valutando, non abbiamo una posizione preconcetta o politica da mantenere e soprattutto non c’è e non ci sarà alcun accanimento contro Pietrabbondante». Lino Gentile, sindaco di Castel del Giudice, con serenità e altrettanta chiarezza sgombra il campo rispetto a quanto anticipato dalla stampa locale in merito ad un sicuro e immediato ricorso avverso la decisione del Tar Molise di respingere l’istanza con la quale il piccolo Comune dell’Alto Molise contestava l’assegnazione del primo posto del bando per i borghi al progetto di Pietrabbondante.

    Si tratta di un finanziamento di venti milioni di euro, uno dei più grossi investimenti di denaro pubblico in Alto Molise a memoria d’uomo, relativo all’attrattività dei borghi montani e rurali, compreso nei bandi attivati grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quell’ormai famoso Pnrr che tra l’altro potrebbe saltare, o meglio subire una battuta di arresto, proprio in ragione della crisi di Governo appena iniziata in questi giorni nei palazzi del potere romano.

    Tornando all’Alto Molise, tuttavia, Lino Gentile, sindaco del Comune arrivato secondo in graduatoria, appena dopo Pietrabbondante, smentisce dunque categoricamente un automatico ricorso al Consiglio di Stato: «Ripeto, non c’è una posizione presa a priori in sede politica da noi amministratori locali. C’è una sentenza che, non lo nascondo, ci ha sorpreso, perché va un po’ contro altri pronunciamenti dei Tribunali regionali amministrativi formulati per circostanze analoghe, tuttavia le sentenze, come le leggi e le norme, anche quelle dei bandi, vanno rispettate.

    Quindi ci prendiamo del tempo per esaminare in dettaglio quanto messo nero su bianco dai giudici amministrativi; successivamente valuteremo il da farsi, ma sempre con il supporto e dietro consiglio dei nostri legali». Insomma, si tratta eventualmente di una battaglia legale, appunto, non politica contro questo o quel sindaco o questo o quel Comune in particolare. Potrebbe essere questa la sintesi del pensiero di Lino Gentile, al quale la parola “battaglia” non piace nemmeno tra l’altro. Chi ha il sentore di aver visto violato un proprio diritto ricorre al giudizio di un giudice terzo, funziona così uno Stato di diritto e non c’è nulla di personale o di ideologico. Questi concetti lo stesso Gentile li ha sottolineati più volte, anche dopo la sospensiva del Tar.

    «Non abbiamo la presunzione di dire che avevamo ragione noi e i giudici del Tar Molise si sono sbagliati. – chiude il primo cittadino di Castel del Giudice – Magari abbiamo realmente preso un abbaglio e commesso errori noi proponenti il ricorso, ma questo lo potremo accertare solo studiando in dettaglio, con l’ausilio dei nostri legali di fiducia, il dispositivo del pronunciamento dei giudici amministrativi. La decisione del Tar è recente, dobbiamo studiarla e poi eventualmente decidere cosa fare rispetto alla decisione assunta».

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