L’introduzione di un ticket d’ingresso (5 euro) alla biblioteca comunale di Palazzo San Francesco ha acceso un acceso dibattito ad Agnone, dividendo la cittadinanza tra favorevoli e contrari. Le reazioni, diffuse soprattutto sui social, raccontano di una comunità profondamente legata al proprio patrimonio culturale, ma con idee diverse su come preservarlo e valorizzarlo. Tra i sostenitori della misura prevale una visione pragmatica e orientata al futuro.

Mercede, ad esempio, difende con decisione la scelta, ricordando che già nel 2017, quando l’Associazione Tradizioni e Sviluppo introdusse un biglietto per i soli servizi museali, «l’opposizione di sinistra si oppose al grido ‘la cultura è libera’». Secondo lei, la polemica attuale è il riflesso di un’incoerenza politica, mentre l’esperienza dovrebbe insegnare quanto sia importante garantire la sostenibilità economica delle iniziative culturali.
Sulla stessa linea si inserisce Alessandro, che allarga lo sguardo oltre i confini locali: «Si paga da tutte le parti uscendo fuori Agnone, quindi è giusto così. Oltretutto, 5 euro non mi sembra una cifra eccessiva, soprattutto per i turisti». Per lui, Agnone – l’“Atene del Sannio” – non può permettersi di svendere la propria ricchezza culturale. Dall’altra parte, non manca chi solleva dubbi legati all’accessibilità. Marco, propone un confronto diretto: «Alla Reggia di Caserta il biglietto costa 14 euro e ci passi la giornata; 5 euro per la biblioteca mi sembrano troppi».

Marcella, invece, esprime una posizione affettiva ma delicata: «Per i residenti e i nati ad Agnone dovrebbe essere gratuito». Un’idea condivisibile, ma che potrebbe creare disparità e difficoltà gestionali. Più articolata la riflessione di Christian, che pur trovando il prezzo elevato («5 euro mi sembrano un po’ troppo»), aggiunge: «Piuttosto che pagarli, i libri me li compro e li tengo per me». Una critica, la sua, che in controluce sottolinea quanto l’esperienza della biblioteca non sia riducibile alla sola consultazione: si tratta di un’immersione in un luogo storico unico.
E in effetti, la biblioteca di Palazzo San Francesco è molto più di un semplice spazio di lettura. Con un fondo librario di oltre 60.000 titoli e una collezione di volumi antichi tra le più rilevanti del centro-sud Italia, rappresenta un patrimonio di valore nazionale. L’archivio storico, riconosciuto come di “notevole interesse”, custodisce documenti che risalgono al 1200, offrendo uno spaccato prezioso della storia locale e italiana.
Accanto alle opinioni, emergono anche proposte costruttive. Graziano suggerisce di trasformare l’iniziativa in un volano per il rilancio turistico, magari attivando “posti di lavoro a chiamata” e integrando la visita con altri punti d’interesse come la Fonderia Marinelli e il Museo del Rame. Anche Silvano, con tono equilibrato, afferma: «Il costo è un pò troppo, ma dare un minimo di aiuto lo trovo giustissimo». Nel complesso, il dibattito – pur vivace – rivela una cittadinanza consapevole del valore del proprio patrimonio e attenta al suo destino.

La Baldassarre Labanca, con i suoi soffitti lignei settecenteschi definiti “unicum mondiale”, non è solo un edificio: è una custode di identità, memoria e sapere. La scelta di introdurre un contributo simbolico – 5 euro per gli adulti, 1 euro per i giovani – non dovrebbe essere vista come un ostacolo, ma come un gesto di responsabilità collettiva. I fondi raccolti saranno reinvestiti in attività culturali, innescando quel “circolo virtuoso” indispensabile per mantenere vivo un luogo che appartiene non solo ad Agnone, ma a tutto il Paese.
A questo punto si potrebbe pensare all’abbattimento delle barriere architettoniche che rappresentano un ostacolo per le persone diversamente abili. In fondo, la questione non riguarda solo una biblioteca, ma un interrogativo che tocca tutta l’Italia: come garantire l’accesso alla cultura senza rinunciare alla sua sostenibilità? Agnone ha fatto la sua scelta, e ora la sfida è dimostrare che anche un piccolo contributo può fare la differenza nella conservazione di un bene comune.